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UCINA attende dal governo risposte su infrastrutture, portualità, investimenti nella formazione e fiscalità
«Siamo uno dei pochi settori - ha sottolineato Albertoni - che, pur nella congiuntura economica attuale, non ha chiesto aiuti economici»
11 maggio 2009
L'UCINA (Unione Nazionale Cantieri ed Industrie Nautiche ed Affini) sollecita iniziative nei settori delle infrastrutture, della portualità, degli investimenti nella formazione e della fiscalità per rispondere alle esigenze dell'industria nautica italiana.
In occasione del convegno “Italia - Geografie del nuovo made in Italy”, tenutosi venerdì scorso a La Campionaria - Fiera delle qualità italiane a Milano, il presidente dell'associazione, Anton Francesco Albertoni, ha ricordato che «la nautica italiana è un comparto industriale giovane che ha ancora grandi spazi di crescita. Siamo uno dei pochi settori che, pur nella congiuntura economica attuale, non ha chiesto aiuti economici al governo». Tuttavia UCINA attende altre risposte dal governo: «quello di cui la nautica ha bisogno - ha spiegato Albertoni - sono infrastrutture, investimenti nella formazione e una fiscalità che non punisca il diporto e non penalizzi la nautica italiana rispetto agli altri Paesi europei».
«La nautica italiana - ha continuato Albertoni - è qui a rappresentare l'“Italia che va”. La sola filiera della nautica occupa 115.000 lavoratori incluso l'indotto ed è in grado di generare un moltiplicatore del reddito e dell'occupazione con un indice superiore a 4. Per ogni euro investito e ogni persona occupata nella produzione di barche, a valle si generano 4 euro di indotto e quattro addetti».
Sabato prossimo a Venezia, presso il Molino Stucky Hilton, l'associazione terrà la Convention UCINA Satec 2009 “Nautica Italiana: industria, turismo, ambiente”, che quest'anno propone come tema di confronto per gli operatori “Industria nautica, le sfide da affrontare: Modelli di consumo, modelli di business, prodotto e competitività del sistema”.
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