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- Oggi a Trieste si è aperta l'undicesima riunione scientifica annuale della Società Italiana di Economia dei Trasporti e della Logistica (SIET), che riunisce tutti i docenti e ricercatori della materia nelle università italiane, oltre a molti esperti italiani e stranieri.
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- Nel suo intervento, il presidente della SIET, Enrico Musso, ha sottolineato che «il mondo dei trasporti, la cui domanda è una conseguenza della domanda di beni finali, risente in modo amplificato della crisi, come dimostra l'andamento del mercato dei noli. Servono dunque - ha aggiunto - dosi assai maggiori di concorrenza, che al contrario fatica ad affermarsi».
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- Musso, che oltre ad essere presidente della Società e professore ordinario di Economia dei trasporti all'Università di Genova è senatore del Pdl e membro della VIII commissione permanente del Senato, ha precisato che «il trasporto ferroviario è sempre meno aperto alla concorrenza; la riforma dell'ordinamento portuale sembra essersi arenata e aver abbandonato l'obiettivo prioritario dell'autonomia finanziaria dei porti; la privatizzazione di Tirrenia rallenta, e la riforma del codice della navigazione giace in parlamento in attesa di esame, mentre la commissione Trasporti si occupa di auto storiche. Pur avendo operato bene in molti settori, come l'autotrasporto il rischio è che il governo non riesca ad affermare nel comparto dei trasporti la “rivoluzione liberale” che sta alla base del progetto politico del “Popolo della Libertà”».
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- Nella sua relazione generale Musso ha pertanto esortato il governo a riprendere la strada delle liberalizzazioni nei mercati dei servizi di trasporto, di fatto - ha rilevato - bloccatasi da tempo nel nostro Paese. Manca, inoltre - ha osservato - una politica dei trasporti urbani, abbandonati a una teorica competenza degli enti locali, che però non hanno le risorse finanziarie e spesso nemmeno le competenze tecniche per esercitarla.
- Positivo, infine, il giudizio di Musso sugli sforzi del governo per riportare la priorità sulla realizzazione delle infrastrutture di trasporto, destinandovi importanti risorse finanziarie, rilanciando la legge obiettivo e la finanza di progetto, e ipotizzando il coinvolgimento della cassa depositi e prestiti. «Le infrastrutture di trasporto - ha concluso - sono una delle ricette strutturali e durature per uscire dalla crisi poiché i sostegni alla competitività del sistema produttivo sono molto più importanti (oltre che minori generatori d'inflazione e debito pubblico) dei sostegni alla produzione attraverso la domanda».
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