- Quando sentiamo parlare dell'ipotesi di istituire nuovi enti alziamo la guardia. Viviamo in una comunità che trabocca di enti: ce ne sono molteplici per ogni attività umana (e non umana) e c'è né più di uno anche per la salvaguardia, lo sviluppo, la promozione o la conoscenza di settori il cui nome non dice alcunché ad alcuno, neppure a quelli che dovrebbero essere chiamati a sorvegliare l'attività di tale ente.
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- Per questo - confessiamo - siamo prevenuti. Il nostro preconcetto è ancora più radicato quando ci raccontano che il nuovo ente consentirà di far risparmiare soldi alla comunità.
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- Il nostro parere, quindi, non è spassionato. Ci è impossibile celare la nostra diffidenza scrivendo del progetto presentato oggi dall'Ipsema (Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo).
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- Oggi nella sua sede di Roma, nel corso della tavola rotonda “Un nuovo welfare per la gente di mare”, l'istituto ha proposto di riorganizzare i servizi del welfare per il settore della navigazione e dar vita ad una nuova realtà istituzionale: l'ESIN, l'Ente Sociale Italiano della Navigazione.
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- Il presidente del CIV dell'Ipsema, Giovanni Guerisoli, ha sottolineato come dal confronto odierno «esca rafforzato il progetto della realizzazione di un ente sociale della navigazione che risponde anche alle sollecitazioni formulate anche dal presidente di Confitarma, Nicola Coccia». Secondo Guerisoli, si tratta di «un percorso che, se attuato, porterà ad un sostanziale rafforzamento della tutela del personale navigante attraverso sinergie coerenti con gli obiettivi di razionalizzazione e di contenimento della spesa pubblica presenti nella politica del governo».
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- Ipsema ha evidenziato come la proposta parta «dalla necessaria valorizzazione della specificità del lavoro marittimo e, attraverso una riorganizzazione territoriale delle strutture che si occupano vari livelli e con diverse competenze della tutela della gente di mare», arrivi «ad un miglioramento complessivo dei servizi e ad un risparmio che l'istituto ha quantificato in almeno 15 milioni di euro all'anno».
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- «Con l'idea di un ente unico della navigazione - ha spiegato il commissario dell'Ipsema, Antonio Parlato - vogliamo sollecitare il governo e le istituzioni a guardare con maggiore attenzione sia su piano strettamente economico sia su quello più squisitamente sociale al riordino del sistema mare che produce circa il 3% del Pil nazionale». «Proprio in riferimento alla spesa del settore previdenziale - ha precisato - l'istituto ha avviato una completa e complessa analisi per determinare il costo socio-economico degli infortuni, costo che spesso è cause della perdita di competitività e produttività delle imprese». «Abbiamo allo studio - ha aggiunto - un meccanismo premiale per cui sarà possibile abbassare la contribuzione delle imprese virtuose che investono in prevenzione».
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- «Il progetto - ha detto il direttore generale dell'Ipsema, Palmira Petrocelli, illustrando l'iniziativa - interessa tutti gli uffici della pubblica amministrazione dedicati al mondo del mare, esso costituisce un unicum rispetto agli altri settori lavorativi, caratterizzati dalla presenza di una molteplicità di apparati amministrativi con competenze disarmoniche e spesso sovrapponibili, il nuovo ente offrirà un valore aggiunto in termini di governo efficace delle politiche sociali di settore. E dunque l'idea dell'ente unico, promossa a pieni voti da tutte le parti sociali e dall'armamento pubblico e privato, comprenderebbe il Servizio di assistenza sanitaria ai naviganti, il Centro Radiomedico, la Vasca Navale (INSEAN) e altri organismi che a vario titolo si occupano della tutela della gente di mare».
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- Ciò dovrebbe fugare i nostri timori. Il nuovo ente dovrebbe inglobarne altri, razionalizzando l'organizzazione complessiva.
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- Quando si parla di razionalizzare sono d'accordo tutti. Lo è il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Silvano Moffa, che - intervenendo alla tavola rotonda - ha sottolineato come quello del lavoro marittimo sia «un mondo del tutto particolare» che «non per nulla conta su un diritto diverso da quello comune» ed ha concordato sul fatto che «l'ente unico della navigazione supera sovrapposizioni di competenze che in tempo di crisi economica devono essere evitate». Anche secondo Cesare Damiano, membro della Commissione Lavoro della Camera, «il processo di razionalizzazione degli enti di previdenza è opportuno, esso però - ha precisato - deve essere inserito in un percorso condiviso dai protagonisti del settore, per cui il progetto dell'ente unico rispondendo ad una logica competitiva e di risparmio e per di più promosso dalle parti interessate è una proposta veramente interessante su cui riflettere». «Il settore produttivo - ha osservato il sottosegretario alle Politiche agricole, Antonio Buonfiglio - è sano ed è opportuno ipotizzare un ente che sia completamente ed esclusivamente dedicato alle problematiche della gente di mare».
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- Il fatto è che di razionalizzazione si parla da anni. Ne parlano tutti: centrodestra, centrosinistra e gli altri diversamente collocati. Tutti sono concordi sulla necessità di eliminare gli enti inutili. Da una parte e dall'altra non si esita a criticare chi governa perché esita a sopprimere organizzazioni decotte. Così come tutti sono concordi sulla necessità di istituire organismi indispensabili per la comunità.
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- Poi, come sempre accade, gli enti figliano enti per moltiplicare la specie.
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Bruno Bellio
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