- Assoporti, l'associazione delle Autorità Portuali italiane, accusa il governo di sottrarre ai porti le poche risorse ancora disponibili. «Mentre da quasi quattro mesi va avanti, senza risultati, il confronto tra i ministeri dei Trasporti, dell'Economia e del Lavoro, e le associazioni del cluster marittimo-portuale sulle proposte, avanzate dalle stesse associazioni, per assicurare le condizioni che consentano alla portualità ed agli operatori di far fronte alla crisi senza dirompenti contraccolpi sociali - sottolinea oggi Assoporti - il governo sottrae ai porti le ultime, uniche e poche risorse ancora disponibili».
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- «Dopo aver sostanzialmente azzerato i fondi per la manutenzione dei porti (sicurezza), per coprire l'onere derivante dal taglio dell'ICI - spiega Assoporti - un emendamento (della maggioranza accolto dal governo) al decreto legge n° 78/2009, in fase di conversione, “scippa” 50 milioni finalizzati ad investimenti nei “porti hub” (principalmente scali del Mezzogiorno), per fare fronte ai costi della Tirrenia».
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- «Se si aggiunge quest'ultimo grave fatto alle estemporanee ipotesi (contenute nell'allegato infrastrutture al DPEF) di creare dei fantomatici “porti corridoio”, dietro cui si mascherano tentativi di commissariamento di due delle maggiori realtà portuali italiane, Genova e Trieste - conclude il presidente dell'associazione, Francesco Nerli - sembra ormai chiaro che la portualità non costituisce per il governo né una priorità né una risorsa, ma semplicemente un “territorio” buono per “stravaganze” d'ogni genere».
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