- Prefazione
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- Con il suo scritto l'autore sperimenta il percorso della realfiction gialla, dove il paradosso è realtà e dove la realtà è paradossale, dove il surreale si intreccia al vero. Dove è il lettore a decidere cosa è reale e quello che è immaginario, dove stanno la ragione e il torto.
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- Questa è una storia semiseria che man mano perde i toni faceti e accarezza quelli della tragedia. Nei momenti di crisi bisogna saper sorridere dei propri errori, a patto di trarne insegnamento.
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- Prologo
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- Questo è un processo alle intenzioni. Non c'è un colpevole e non è stato commesso alcun reato. Non si tratta di giustizia. È solo un esercizio di prevenzione. È una valutazione prematura di fatti non ancora avvenuti, che forse mai si verificheranno.
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- C'è solo l'intenzione del reato. Però è un'intenzione reiterata. E si sa che - dai e dai - dalle parole si passa ai fatti.
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- Il luogo
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- Sovente le radici del crimine affondano in un terreno malato. Il delitto matura in un ambiente malsano. La natura ligure da sempre è sofferente.
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- La Liguria è come il Cile. Loro sono affacciati sull'Oceano Pacifico e dietro hanno le Ande. Qui alle spalle ci sono gli Appennini e davanti il Mar Ligure. C'è più di un filo a legare gli Appennini alle Ande.
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- La corografia è analoga: una striscia di terra tra il mare e i monti.
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- Non sappiamo bene cosa i cileni ne facciano della loro terra. La nostra la utilizziamo quasi esclusivamente per abitarci. Ne usiamo appena pochi lembi per lavorare, per sviluppare le attività umane, spendere le nostre energie e portare a compimento le nostre azioni, in una parola per vivere.
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- Ogni metro quadro di terra è occupato da qualcuno che ci abita, tanto che qualcun altro per vivere è costretto ad emigrare oltre Appennino, verso altre terre, oppure oltremare, verso altri lidi.
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- L'antefatto
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- Ogni tanto qualcuno ci prova. Tenta di ritagliarsi uno spazio per vivere su questa fascia di terra ligure.
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- Qui a Genova se ne sono viste e se ne sono sentite proprio delle belle. C'è chi testardamente ha tentato di collocare attività produttive o economiche su questo sputo di terra. Pochi imbarazzanti episodi di istigazione al lavoro. Un germe che non ha mai attecchito.
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- Da sempre sui terrazzamenti e sulle poche piane liguri si estirpa l'erba cattiva.
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- La parola d'ordine è trasferire le attività laddove c'è spazio.
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- L'architetto Renzo Piano aveva proposto di spostare l'intero comparto della navalmeccanica genovese su un'isola fuori dal porto. Anche il sindaco Marta Vincenzi aveva scelto un isolotto per dislocarvi il polo petrolchimico del porto di Genova. Numerosi hanno individuato oltre Appennino aree su cui piazzare attività logistiche a servizio del porto. Lì si vogliono realizzare vere e proprie aree retroportuali.
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- Il sindaco tifa per il “porto lungo”: un porto che parta dal mare (possibilmente da quell'isola che non c'è) e che travalichi l'Appennino.
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- La vicenda
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- I figli
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- In una comunità come questa, all'apparenza tranquilla, il fuoco cova sotto la cenere. È qui che la normalità erompe in avvenimenti drammatici che mettono a nudo inaspettate tensioni.
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- Non è una storia di sangue. Tuttavia è un evento scatenato dal peggiore dei moventi: la passione.
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- Una passione, quella sportiva, che acceca più dell'amore, che provoca furori e riporta agli istinti dei primordi. Per il calcio c'è chi perde la testa. Non si tratta di sentimento, ma di infatuazione.
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- Qui si narra del luogo della passione, dello Stadio.
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- I genovesi palesano una riservatezza e un distacco quasi britannici, ma - come i figli di Albione - quando c'è di mezzo il pallone non paiono più loro. La loro è una passione tale che non si sono accontentati di un'amante, ne hanno volute due: il Genoa e la Sampdoria. Chi predilige la bruna, chi la bionda. Un amore consumato sotto lo stesso tetto, sotto le stesse lenzuola verdi del Luigi Ferraris di Marassi, che ospita le coppie di amanti a settimane alterne.
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- Un ardore che diventa di giorno in giorno più ardente ed esigente. Un'alcova che diventa sempre più scomoda. Da tempo i giovani amanti vogliono una casa che corrisponda all'intensità e alla vastità della loro passione.
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- I genitori
- Si sa: i genitori frenano i figli in preda alle passioni, ma - in memoria di una giovinezza ormai passata - talvolta accondiscendono alle loro avventatezze. Ora sono alla ricerca di un nuovo Stadio, una nuova casa dove auspicano che i figli trasformino l'ardore in amore, l'amore in famiglia e la famiglia in comunità.
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- Sembra che il sindaco - come madre, capofamiglia e primo cittadino - voglia dare un tetto ai propri figlioli. Anche a Genova i figli so' piezz'e core. La mamma non vuole che si allontanino. Non se ne parla proprio di sbatterli su un'isola e neppure di esiliarli nella nebbiosa piana padana.
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- Il mediatore
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- Come nelle belle favole tutto sembra sistemarsi. Pare che non lontano, anzi proprio al centro della città, ci sia spazio, tanto spazio, sufficiente a soddisfare le pretese, a onor del vero un po' sfrontate, dei giovani amanti.
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- C'è pronto un meraviglioso progetto con tutto: un ampio parcheggio e tante stanze con posti per accogliere tutti gli ospiti. Poi c'è tanto verde su cui giocare e saltare magari rincorrendo una palla.
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- Certo l'aeroporto è vicino. Ma l'agente immobiliare rassicura: «è uno scalo con poco traffico e sembra che più di tanto non ne potrà mai avere». «Il terreno è al centro della città. Abbiamo progettato anche un centro commerciale proprio sotto casa, con attività non in concorrenza con i commercianti del quartiere».
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- «Sì, d'accordo. L'area è un po' trafficata. Ma no, non tema. Non succederà quello che è accaduto alla Fiumara. No, non che quella sia stata una speculazione edilizia, perché già allora quella terribile piaga era stata debellata. Là sono stati compiuti solo alcuni errori da cui abbiamo tratto insegnamento e che qui non saranno ripetuti».
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- «Mi creda. Da anni quelli del porto ci chiedono di vendere. Abbiamo ricevuto proposte anche da altri personaggi, di tutte le risme. Ma noi abbiamo a cuore la città. Una città dove i nostri figli possano crescere sani, senza la minaccia di tutte quelle attività fastidiose e soprattutto - me lo lasci dire - inquinanti. È davvero una vergogna che in giro ci siano persone con così pochi scrupoli».
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- «Però, come certo comprende, anche noi dobbiamo vivere. Perciò si affretti. È un'occasione unica in una città che non ha più spazi neppure per abitarci».
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- Il contratto
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- Le prime indagini pare abbiano accertato che è stata sottoscritta la proposta d'acquisto, con già pronto il contratto preliminare di vendita.
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- ... passano gli anni ...
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- Il mistero
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- Dove sono? Perché hanno lasciato Genova spezzando il cuore alla città. Perché in fretta e furia hanno fatto i bagagli, chiuso la loro amata e invidiata casa e sono sparite? Tutte domande che ancora non trovano una risposta. Si sa solamente che le amate sono svanite nel nulla.
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- Le indagini
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- Pare che da tempo il nuovo Stadio non fosse più affollato. No, non era scemata la passione. Anzi, quella era intatta.
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- Pare - lo diciamo con cautela perché la faccenda, capirete, è delicata - che gli ospiti non accorressero più alle feste, ai ricevimenti.
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- Si dice - e qui vi invitiamo a non prendere delle ipotesi per verità - che gli ospiti pagassero per partecipare alla baldoria, per assistere ai giochi.
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- Sembra, insomma, che tali incontri somigliassero a quelle sordide attività economiche che tanto affliggono la comunità. Con una differenza, per giunta. Il lavoro solitamente rimunera i lavoratori. Qui, invece, a guadagnarci era solo il padrone di casa. Gli ospiti erano semplici spettatori. In breve dei veri e propri guardoni, per di più paganti.
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- Lo scandalo
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- Capirete che questo andazzo non poteva durare troppo a lungo. Gli spettatori non riuscivano più a trovare a Genova i denari necessari per soddisfare le loro insane passioni. Nessuno poteva più accedere alla casa dei sogni.
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- Si è trattato indubbiamente - e stavolta siamo certi di ciò che riferiamo - di un disgustoso, squallido e criminale furto di sogni.
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- L'epilogo
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- Ancora non si sa che fine abbiano fatto le amate. A Genova, ormai, si è spenta pure la passione.
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- I sognatori depredati dei sogni, ormai senza alcuna possibilità di rimanere in città, hanno ripreso la via del mare o quella dei monti in cerca di luoghi dove poter non solo sopravvivere, ma anche vivere, così da poter coltivare i loro sogni.
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- Il colpevole
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- Un giallo che si rispetti non può concludersi prima che il colpevole venga assicurato alla giustizia. Tuttavia ad un crimine ipotetico non può essere attribuita che un'ipotesi di reato.
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- Per uccidere una città talvolta è sufficiente che i genitori, nell'intento di aiutare i propri figlioli, si trasformino nei carnefici della comunità.
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Bruno Bellio
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