- È necessario dare . Lo ha sottolineato il presidente dell'International Propeller Club Port of Venice, Massimo Bernardo, nel corso della riunione sul tema “Il sistema portuale dell'Alto Adriatico”, svoltasi martedì scorso a Ravenna, che è stata organizzata dal Propeller e dall'Autorità Portuale di Ravenna sulla scia dell'accordo sottoscritto la scorsa primavera dai porti di Venezia, Trieste, Ravenna e Capodistria per costituire il sistema portuale del Nord Adriatico (inforMARE del 17 aprile 2009).
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- «Gli accordi di collaborazione a suo tempo sottoscritti tra i sindaci di Venezia e Trieste e successivamente dalle Autorità Portuali di Venezia, Trieste, Ravenna e Koper - ha rilevato Bernardo - rappresentano un passo importante, ma ancora non sufficiente perché si possa parlare di sistema portuale dell'alto Adriatico se prioritariamente non si realizzano in questa macroarea le condizioni economiche perché navi e traffici possano trovare competitivi questi porti che comunque rappresentano solo un anello della filiera del trasporto, certo molto importante». «Ai porti - ha spiegato - va aggiunta una serie infinita di altri attori che con la qualità e il costo dei loro servizi condizionano lo sviluppo o meno della stessa portualità: dall'autotrasporto alle ferrovie, all'importante ruolo e ai costi delle imprese di spedizione e delle agenzie marittime, ai servizi portuali veri e propri, per non parlare dell'attività di quegli operatori pubblici connesse al controllo dei traffici dentro e fuori del porto». «Non va neppure dimenticata - ha aggiunto - la concorrenzialità tra gli operatori dei nostri scali quando, come spesso avviene, la voce preminente per accaparrarsi un nuovo traffico o mantenere quelli esistenti riguarda esclusivamente l'abbattimento delle tariffe piuttosto che l'incremento della qualità dei servizi resi alla nave e alla merce».
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- Per rilanciare la portualità adriatica - ha osservato Bernardo - ben vengano «le nuove proposte di “range”, magari sotto l'egida di un'unica autorità portuale come recentemente affermato dal ministro Claudio Scajola per i porti di Genova, Savona e La Spezia». Il presidente del Propeller di Venezia ha però evidenziato che in questo processo deve essere «determinante l'impegno delle associazioni di categoria che, nell'ambito delle scelte strategiche compiute dai Comitati Portuali, probabilmente dovrebbero avere maggiore ascolto proprio per gli interessi che in quelle sedi rappresentano».
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- Secondo Bernardo è necessario anche un maggiore impegno da parte di tali associazioni, che «dovrebbero fare qualche passo in più per riorganizzare le imprese associate a quei grandi cambiamenti, anche strutturali, dettati oggi dall'economia globale. Siamo invece ancora di fronte, rispetto ad altre realtà europee e mondiali - ha precisato - ad un microcosmo di piccole, se non microscopiche aziende impegnate più sul fronte della propria sopravvivenza piuttosto che su quello dell'innovazione nel senso più ampio del termine».
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- Bernardo ha concluso sottolineando la necessità di guardare «di più all'Europa e di meno nel piatto del nostro vicino, in quanto - ha rilevato - è questa forse la vera ragione che ci ha portato non solo al nostro nanismo produttivo, ma anche a quel gap strutturale ed infrastrutturale che da troppo tempo ormai condiziona la nostra crescita».
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