- Il presidente dell'Associazione Porti Italiani (Assoporti), Francesco Nerli, ha espresso perplessità per l'ultima bozza del disegno di legge governativo per riformare la normativa sui porti che - secondo Nerli - «non dà risposte alle necessità, prioritarie e urgenti, della portualità italiana». «Esemplificativa - ha rilevato - è la mancanza di una pur minima e graduale previsione di autonomia finanziaria delle Autorità Portuali».
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- «Se divenisse norma quel disegno di legge, senza l'autonomia finanziaria, che cancella anche la vigente previsione secondo la quale spetta allo Stato l'onere per la realizzazione delle opere di grandi infrastrutturazione nei porti - ha detto Nerli - di fatto, si segnerebbe la progressiva perdita di competitività (e in alcuni casi di capacità operativa) di molti scali marittimi».
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- «Neanche - ha proseguito - si trovano risposte, nella nuova proposta governativa, all'esigenza di fare chiarezza tra ruoli e compiti dell'Autorità Portuale e dell' Autorità Marittima. Anzi, la relazione al testo sembra aggiungere elementi di confusione per quel che riguarda, ad esempio, il delicato tema della sicurezza sul lavoro. Addirittura peggiorativo è il testo per quel che riguarda la configurazione dell'Autorità Portuale. Pur confermando che l'Autorità Portuale è ente pubblico non economico, verrebbero meno la specialità, l'autonomia e l'esonero da alcuni vincoli burocratici che ne limitano la capacità di operare, in un contesto dinamico quale il mondo delle attività marittimo-portuali».
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- «In sintesi, pur con la necessità di un approfondimento - ha concluso Nerli - ritengo di poter anticipare forti perplessità ed un giudizio di non condivisione di un disegno parziale, contenente pochi ed insufficienti elementi innovativi, comunque inadeguato rispetto alle effettive esigenze di rilancio della portualità».
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