- Tema dell'incontro era l'inaugurazione del nuovo Contact Center nel quartier generale genovese della compagnia. In realtà stamani si è parlato di tutt'altro. La celebrazione e l'occasione per presentare la nuova interfaccia di Grandi Navi Veloci (GNV) con i suoi clienti e con il pubblico ci sono state, ma il presidente e amministratore delegato della compagnia, Silvano Cassano, non si è potuto sottrarre dal fornire chiarimenti sulla privatizzazione della Tirrenia, procedura a cui GNV partecipa insieme con sette degli altri 15 operatori che inizialmente avevano manifestato interesse all'acquisizione della società di navigazione pubblica (inforMARE del 26 aprile 2010).
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- Partiamo dalle ultime dichiarazioni, quelle che - più delle iniziali - di norma definiscono lo stato d'animo dell'interlocutore. Secondo Cassano è improbabile che la procedura di privatizzazione possa concludersi entro il prossimo 30 settembre, termine fissato con decreto legge del 25 settembre scorso per adeguare la normativa alle disposizioni comunitarie sulla liberalizzazione delle rotte marittime e termine al quale sono state prorogate le convenzioni pubbliche e i contratti di servizio con il gruppo Tirrenia, che attualmente è costituito dalla stessa Tirrenia e dalla Siremar (Sicilia Regionale Marittima Spa) dopo che alla fine dello scorso anno le altre compagnie regionali del gruppo, cioè Caremar, Saremar e Toremar, sono state cedute alle rispettive Regioni Campania, Sardegna e Toscana.
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- «Non credo - ritiene Cassano - che la cosa si deciderà nel 2010».
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- Le avvisaglie sembrano prefigurare non solo un rinvio del termine. Il pericolo è che l'attuale procedura di selezione dei candidati alla privatizzazione possa risolversi con un nulla di fatto. «C'è il rischio - teme Cassano - che questo giro vada a vuoto». «Ci sono - spiega - elementi di incertezza ed è difficile fare un'offerta precisa».
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- Sono due, sostanzialmente, i motivi di esitazione: il primo è determinato da ciò che deciderà Bruxelles sulle sovvenzioni concesse alle compagnie per svolgere servizi marittimi di carattere pubblico; poi bisogna vedere come Fintecna, l'azionista unico di Tirrenia, riuscirà a regolare i termini della privatizzazione con le parti sociali.
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- I tempi decisionali dell'UE sono quelli che sono ed anche le trattative con i sindacati potrebbero prolungarsi.
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- Attualmente gli otto soggetti disposti a prendere in considerazione l'acquisizione di Tirrenia di Navigazione Spa stanno alla finestra. Cassano conferma che sono in attesa di conoscere dati, informazioni e dettagli finanziari utili ad elaborare una proposta.
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- Ora come ora - assicura Cassano - qualsiasi ipotesi è possibile, «ma - aggiunge - dovrà essere concordata dall'azionista con i sindacati». Il manager di GNV sottolinea che la sua compagnia non ha mai ridotto i posti di lavoro e intrattiene ottimi rapporti i rappresentanti dei lavoratori. Per Tirrenia, però, l'iniziativa sul fronte dell'occupazione spetta a Fintecna: «c'è un tavolo di lavoro - precisa - dove tocca all'azionista confrontarsi con i sindacati».
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- Il valore economico dell'investimento dello Stato rende evidente anche l'importanza delle decisioni di Bruxelles. In ballo ci sono svariati milioni di euro: degli oltre 184 milioni che alla fine dello scorso anno il governo ha deciso di investire nel trasporto marittimo pubblico, 72,6 milioni di euro sono destinati alla Tirrenia e 55,6 alla Siremar. Sono cifre che, evidentemente, possono fare la differenza tra il successo e il fallimento della procedura di privatizzazione.
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- In questa fase, come probabilmente gli altri sette interessati all'acquisito, GNV attende novità: «Fintecna - puntualizza Cassano - dovrà dire se c'è o non c'è l'avvallo dell'UE e se c'è o non c'è l'accordo con i sindacati».
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- Non potendo agire, non rimane che lanciare un appello, forse un po' magniloquente: «Tirrenia - conclude Cassano - non deve essere spolpata, dev'essere rilanciata».
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- Queste sono le incognite sul futuro della Tirrenia e sull'eventuale coinvolgimento di GNV nel rilancio della compagnia con il passaggio dalla gestione pubblica a quella privata.
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- Più certi, invece, sono gli obiettivi di Grandi Navi Veloci sui quali Cassano ha pochi dubbi. Tali certezze risiedono principalmente oltre confine. «Il mercato interno - spiega - è troppo affollato». Il mercato nazionale è stato anche colpito dall'impatto della crisi economica e, per la prima volta - osserva il manager della compagnia - la scorsa stagione non c'è stata crescita sulle rotte con la Sicilia e la Sardegna. Inoltre GNV ritiene che il mercato italiano «rimarrà statico».
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- Grandi Navi Veloci punta quindi alle rotte internazionali. I risultati già ottenuti confortano la compagnia: «siamo molto soddisfatti della Tunisia e del Marocco», dice Cassano. La società genovese conferma anche l'interesse per lo sviluppo portuale in atto a Tangeri. «Il nostro focus è quello della crescita all'estero, in particolare verso l'Africa», una regione che - spiega Cassano - si appresta a svolgere un ruolo analogo a quello dell'Asia nei confronti dell'economia mondiale. Attualmente l'interesse di GNV è indirizzato verso Algeria e Libia.
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Bruno Bellio
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