- La procedura di privatizzazione di Tirrenia e Siremar si è conclusa con la decisione di Fintecna di aggiudicare le due compagnie alla Mediterranea Holding Spa, la società con la Regione Siciliana quale azionista di riferimento (37% del capitale) e partecipata da TTT Lines, Lauro, Isolemar e Busi Ferruzzi che è stata l'unica ad aver presentato un'offerta vincolante, il cui valore è stato successivamente elevato da 10 a 25 milioni di euro (inforMARE del 27 luglio 2010).
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- Le modalità con cui si è proceduto alla privatizzazione sono state fortemente criticate dai sindacati. «All'insegna delle migliori tradizioni sulla buone relazioni industriali e dopo un interminabile ed assordante silenzio - ha commentato oggi il segretario generale di Uiltrasporti, Giuseppe Caronia - Fintecna ci fa sapere attraverso una nota di agenzia di aver deciso di aggiudicare la gara per la privatizzazione di Tirrenia e Siremar alla Mediterranea Holding. Voglio sperare che oltre alle questioni di carattere finanziario che evidentemente sono state superate, salvo verifica di chi ne ha titolo, anche le richieste del sindacato circa le garanzie occupazionali e contrattuali dei lavoratori siano state accolte». «Ci aspettiamo adesso - ha proseguito Caronia - una immediata convocazione di Mediterranea Holding e del governo il quale si dovrà far garante degli impegni che auspichiamo verranno formalizzati sulle materie che riguardano il lavoro e che ci venga sottoposto il piano industriale per le opportune valutazioni. Ma il primo atto che chiediamo ai nuovi proprietari di Tirrenia e Siremar, con i quali ci congratuliamo, è un atto di chiarezza. Ci venga precisata quale è la posizione dell'azienda sugli organici: quella dell'azionista pubblico, che ci ha rassicurato sul mantenimento degli attuali, o quella dell'amministratore delegato che ha preannunciato 540 esuberi».
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- Della medesima opinione la Filt Cgil: «rimangono in essere - ha spiegato ieri il segretario generale del sindacato, Franco Nasso - ancora tutte le incertezze e le grandi preoccupazioni per il futuro della compagnia e di tutti i lavoratori interessati». «Oltre all'incertezza relativa al piano finanziario di Meditteranea Holding - ha rilevato Nasso - manca ancora chiarezza sulla tutela occupazionale, sul rispetto del contratto e del reddito dei lavoratori e sulle tutele sociali per tutto il periodo della convenzione con Tirrenia e Siremar, come previsto dalle intese con il ministero dei Trasporti. Inoltre non si fa ancora nessun riferimento al piano industriale che preveda precise garanzie per la continuità dell'attività e dei servizi della compagnia per tutto il periodo della convenzione».
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- Pur evidenziando che la procedura di privatizzazione della Tirrenia «va completata per evitare la liquidazione della compagnia o la vendita per singole rotte dei collegamenti, o peggio la svendita a interlocutori di dubbia affidabilità», ieri il segretario nazionale Trasporto Marittimo della Fit-Cisl, Beniamino Leone, ha sottolineato che «la privatizzazione della Tirrenia deve prevedere garanzie per i marittimi e i lavoratori assicurando contestualmente l'efficienza dei servizi la rete di collegamenti vitali per le isole e i territori già caratterizzati da una fragilità delle reti infrastrutturali e dei trasporti». «Ci aspettiamo - ha aggiunto Leone - di ricevere a strettissimo giro una convocazione da parte del governo dopo il definitivo accoglimento dell'offerta della Mediterranea Holding, nonché un incontro con la stessa cordata per valutare il piano d'impresa e le sue condizioni». «Ribadiamo con forza - ha concluso - la necessità di assicurare i livelli occupazionali e la continuità contrattuale per i marittimi, gli amministrativi e gli stagionali di lungo periodo, senza tagli ai servizi che finirebbero per nuocere gravemente sia alla collettività, sia alle imprese regionali e territoriali, soprattutto del Meridione».
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