- Il fallimento della procedura di privatizzazione delle compagnie di navigazione Tirrenia e Siremar, sancito da Fintecna dichiarando senza esito la gara che ha raccolto l'unica offerta vincolante della Mediterranea Holding Spa (inforMARE del 5 agosto 2010), ha rinfocolato le accuse dei sindacati al governo per le modalità con le quali è stata portata avanti l'intera procedura.
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- Il segretario generale di Uiltrasporti, Giuseppe Caronia, teme che l'esito negativo della gara possa condurre allo smembramento di ciò che resta del gruppo Tirrenia. «Da alcune indiscrezioni non ancora confermate - ha spiegato Caronia - sembrerebbe che Fintecna stia predisponendo l'invio dei libri in tribunale per ricorrere all'amministrazione straordinaria prevista dalla legge 5 luglio 2004 n.166 (legge Marzano) che inevitabilmente porterebbe al famigerato “spezzatino” del gruppo Tirrenia». «Se questa malaugurata evenienza fosse confermata - ha proseguito - la Uiltrasporti si renderà disponibile a sostenere qualunque azione di lotta che i lavoratori dovessero decidere per impedirne l'attuazione. Le nostre strutture territoriali e regionali sono state pertanto già allertate e su richiesta di ogni singola unità potranno procedere alla formalizzazione di ogni azione di sciopero che fosse decisa dagli equipaggi o dagli uffici ed alla quale potranno dare opportuna copertura sindacale».
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- Il segretario generale della Fit-Cisl, Claudio Claudiani, ha chiesto che vengano «immediatamente esplicite le ragioni di una incredibile mancata conclusione del processo di privatizzazione che determina una situazione di grandissima confusione per Tirrenia». «Bisogna - ha aggiunto - immediatamente porre rimedio ad una situazione molto complicata poiché vi sono in bilico oltre 4.000 lavoratori con le loro famiglie. Il governo assuma tutte le decisioni necessarie per una positiva conclusione della vertenza che non deve in alcun modo scaricarsi sui lavoratori che stanno agendo quotidianamente con sacrificio ed assoluto senso di responsabilità».
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- Secondo il segretario nazionale di Federmar-Cisal, Alessandro Pico, «la decisione di interrompere la procedura di vendita può solo comportare il rischio di arrivare all'obiettivo tanto caro agli armatori privati ed alla Confitarma, ossia di eliminare l'azienda pubblica mediante un suo smembramento mettendo a gara le singole rotte oggi coperte dalle sue navi». «Per evitare questa sciagurata evenienza - ha osservato Pico - rimangono solamente due possibilità: o viene ripreso e portato a conclusione il dialogo con la Mediterranea Holding oppure si rinvia di un paio d'anni la privatizzazione di tutte le aziende, comprese quelle trasferite alle Regioni (Caremar, Saremar e Toremar). Non si capisce, infatti - ha concluso - perché bisogna procedere a tutti i costi alla vendita di aziende la cui finalità, nell'interesse delle stesse Regioni, è quella di garantire la continuità territoriale per tutto l'anno a 9,5 milioni di cittadini residenti sulle isole. La Federmar-Cisal è più che mai convinta che, di fronte alle speculazioni ed alle storture che finora hanno caratterizzato questa privatizzazione imposta, il movimento sindacale nel suo insieme deve dare una risposta forte e decisa per salvare le aziende, l'occupazione, i lavoratori».
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- Preoccupazione per l'esito negativo della gara è stata espressa anche dell'assessore al Lavoro e ai Trasporti della Regione Liguria, Enrico Vesco: «l'affondamento della privatizzazione di Tirrenia - ha spiegato - conferma la confusione e l'imperizia con cui è stata indetta e gestita la gara». «Quanto successo - ha aggiunto - desta grande preoccupazione per il futuro della compagnia, soprattutto nel caso in cui fosse il preludio per mettere a gara le singole rotte, una decisione già ventilata da ambienti governativi, che sarebbe scellerata per il futuro dei lavoratori e per la salvaguardia dei servizi di collegamento. La Regione Liguria si ritiene direttamente interessata alla vicenda, sia per l'importanza delle rotte con la Sardegna, sia per l'esigenza di tutelare i posti di lavoro e gli attuali livelli occupazionali. Rimaniamo quindi attenti a tutti gli sviluppi». «Il ministro Matteoli - ha concluso l'assessore ligure - ha annunciato che per ora, con lo stanziamento di apposite risorse, sarà garantita la continuità operativa di Tirrenia e Siremar. Ma questo non basta ancora perché il governo deve assumersi le proprie responsabilità e trovare al più presto soluzioni definitive in grado di tutelare i dipendenti e di non penalizzare gli utenti e i territori serviti dalla compagnia».
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