- inforMARE - La Lombardia - denuncia Trasportounito - è l'emblema della drammatica crisi dell'autotrasporto italiano e la regione è il simbolo e al tempo stesso l'epicentro della crisi che sta annientando il settore. Nell'autotrasporto - rileva il sindacato - la Lombardia da sempre è un riferimento primario, non solo per capacità di trasporto e numero di imprese, ma anche come termometro funzionale, economico e industriale, e negli ultimi quattro anni la regione ha registrato un vero e proprio tracollo con la chiusura di ben 10.000 imprese.
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- «La regione Lombardia - sostiene il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo - è l'esempio di un autotrasporto italiano fortemente destrutturato, indebitato e pericolosamente fragile sul versante contrattuale e sociale, un autotrasporto che sta cedendo su tutti i fronti e che prevede nella sola area estesa di Milano di perdere altre mille aziende entro fine anno».
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- Secondo il sindacato, inoltre, la riduzione del numero delle imprese non comporta una diminuzione dell'offerta e quindi vantaggi per chi rimane sul mercato costretto comunque a confrontarsi con problemi normativi e organizzativi sottovalutati o male interpretati. Fra questi Trasportounito menziona l'obbligo del montaggio del Fap (filtro antiparticolato), per gli euro 2 e inferiori, che - osserva il sindacato - non aiuta l'ambiente ma penalizza le imprese, così come le mancate soluzioni in materia di costi minimi, tempi di pagamento, riconoscimento dei tempi di carico e scarico, che mantengono l'impresa di autotrasporto in una condizione di debolezza contrattuale e di totale subordinazione dell'imprenditore dell'autotrasporto nei confronti della committenza. Altri problemi, non secondari - conclude Trasportounito - riguardano il costo del gasolio ormai alle stelle, le pessime condizioni di lavoro, le infrastrutture, obblighi e vincoli amministrativi, eliminano ogni fonte di attrattività di questo importante settore industriale. (iM)
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