- inforMARE - L'International Propeller Club di Venezia, in occasione della “charter night” prenatalizia organizzata del Club presso la prestigiosa Villa Contarini di Treviso, si è interrogato sui nuovi progetti portuali presentati per l'Alto Adriatico. Nel corso dell'incontro è stato rilevato come la collocazione del porto di Venezia nell'ambito dell'accordo tra porti dell'Alto Adriatico denominato NAPA e, contestualmente, la presentazione del progetto per la realizzazione di una piattaforma portuale offshore al centro del Golfo di Venezia - recentemente definita dall'ex presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Giancarlo Zacchello una «fesseria» - siano due ipotesi progettuali ancora ben lontane dal poter essere realizzate quando è ancora in atto da parte dei vari porti del cosiddetto “sistema” la “politica del pigliatutto” - dai container all'impiantistica, dalla frutta alle merci varie, dal traffico crocieristico a quello ro/ro - e mentre le grandi compagnie di navigazione hanno già acquisito propri hub al centro del Mediterraneo o addirittura in Grecia o sulla costa nordafricana operando con nodi strategici che consentano a navi e container rese elevate e ottimizzazione del transit time ed escludendo, per ora, l'Adriatico.
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- Secondo il Club, si tratta di «uno scenario davvero imbarazzante a fronte delle grandi aspettative create tra gli operatori dall'offerta di Unicredit per finanziare la realizzazione a Monfalcone di una grande piattaforma logistica dell'Alto Adriatico ufficialmente sostenuta proprio in questi giorni anche dai ministri Fitto e Frattini che, pur vedendo di buon occhio e prioritaria rispetto agli altri scali l'espansione logistica del porto di Monfalcone, sostengono l'inserimento nel progetto dei porti di Trieste e di Venezia, non trascurano le richieste dei porti liguri, in particolare di Genova, aprendo addirittura l'ingresso nel progetto Unicredit, al porto di Capodistria».
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- «Che siano - si è chiesto provocatoriamente il presidente dell'International Propeller Club Port of Venice, Massimo Bernardo - strategie di politica economica propedeutiche al quarto millennio?». «Al momento, contrariamente alle enfatiche certezze dei ministri e dei presidenti delle Autorità Portuali di Venezia e Ravenna - ha spiegato - nessuno tra gli operatori da Fiume a Ravenna, ha ancora capito se tale progetto sarà realizzato a Trieste, a Monfalcone, a Venezia o a Ravenna o addirittura a Koper o a Rjeka, porto quest'ultimo che, proprio in questi giorni, come tutti sanno, è entrato a pieno titolo nel “range” ipotizzato da NAPA». «Ritengo che, prioritariamente “allo start up del sistema” - ha proseguito Bernardo - una concreta e documentata audizione dovrebbe essere riservata, prima che a quelle Autorità Portuali che certamente non rischiano la propria sopravvivenza per le eventuali e ancor poco prevedibili sorti del “sistema”, a coloro che invece nei porti del NAPA hanno investito cospicui capitali ma, soprattutto, gran parte della loro vita gestendo, di giorno in giorno, il futuro delle proprie aziende».
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- Bernardo ha quindi informato che gli operatori associati nei Propeller Club di Ravenna, di Monfalcone e di Trieste sono al lavoro per la redazione di un documento comune da sottoporre ai ministri competenti per esprimere il punto di vista dell'utenza che opera nei porti dell'Alto Adriatico.
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- Il presidente del Propeller veneziano ha proseguito osservando che «se da una parte si stanno affrontando i grandi temi dello sviluppo portuale del Sud Europa dando all'Adriatico e ai suoi porti nuove opportunità nella nuova geografia economica dell'Unione Europea, dall'altra, cioè da parte delle imprese, si debba fare al più presto un salto di qualità nella ricerca di nuove sinergie, di vantaggiose alleanze e nell'adozione di una nuova “cultura imprenditoriale” impostata ad una visione che dev'essere più ampia della sola crescita aziendale ottimizzando così ed investendo soprattutto nel consolidamento di queste strutture, la presenza imprenditoriale nel porto. Non credo infatti - ha precisato Bernardo - che sia a tutt'oggi possibile affrontare la globalizzazione in atto con la sola presenza sul territorio di microaziende che oggi, a malapena, riescono a stare sul mercato. Penso, invece che, proprio dalle associazioni di categoria, debba partire un concreto progetto che indirizzi i propri associati verso l' aggregazione e la creazione di macrostrutture aziendali con l'obiettivo di realizzare quella indispensabile massa critica capace di imporsi sul mercato internazionale, non certo giocando al ribasso tariffario, come troppo spesso oggi avviene, ma proponendosi, soprattutto alla concorrenza, con servizi efficienti e, ovviamente, con una maggiore competitività».
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- «Adottando la piena ed assoluta osservanza della “cultura delle regole” nel dialogo tra enti preposti allo sviluppo del porto e imprenditori del comparto - ha concluso Bernardo - tutti i soggetti in causa dovrebbero presentarsi ai mercati internazionali come un inscindibile tutt'uno impegnato nel condiviso obiettivo di dare, a quello di Venezia, il giusto ruolo che gli compete nel novero dei più appetibili porti europei. Ed è anche questa la corretta chiave di lettura con la quale continueremo a parlare di crisi o di sviluppo, di burocrazia e di leggi, di NAPA, di porti, di strade, di aeroporti e di ferrovie, cioè di quanto vive e si evolve ogni giorno in quel sistema trasportistico che oggi dev'essere messo al più presto a regime al di qua di quelle Alpi che, se ciò non accadesse, potrebbero trasformarsi in un immenso, invalicabile muro tra noi e il resto d'Europa». (iM)
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