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Trasportounito proclama un fermo nazionale dell'autotrasporto dal 16 al 19 maggio
«Non vogliamo aiuti di carattere economico - ha sottolineato il presidente nazionale Pensiero - bensì un quadro di regole che consenta la sopravvivenza, nella legalità, di un comparto che è l'asse portante dell'intero sistema trasportistico italiano»
1 aprile 2011
Ricordando di essere stata l'unica fra le associazioni dell'autotrasporto ad essersi rifiutata di firmare l'accordo dello scorso giugno sulle misure di garanzia che il governo avrebbe dovuto fornire al settore del trasporto su gomma, vincolando così il settore a una forzosa pace sociale, e ad aver denunciato il fallimento delle norme relative alla copertura dei costi di esercizio, ai tempi di pagamento e alla remunerazione dei tempi di attesa, Trasportounito ha annunciato la decisione di proclamare un fermo nazionale dal 16 al 19 maggio.
In attesa della pronuncia del consiglio nazionale convocato per il giorno 16 aprile, Trasportounito ha chiamato anche le altre associazioni di settore a una mobilitazione che - ha spiegato l'associazione - una volta per tutte costringa il governo e la committenza a farsi carico di scelte di mercato e di comportamenti coerenti.
«Il deterioramento del mercato, la crisi finanziaria e gestionale in cui si dibatte la stragrande maggioranza delle imprese del settore, ma anche il rischio di forme di protesta incontrollabili - ha dichiarato il presidente nazionale di Trasportounito, Franco Pensiero - rendono improrogabile l'assunzione di decisioni estreme e di scelte gravi ma necessarie».
«Senza pagamenti certi e garantiti, senza la remunerazione dei tempi di attesa e senza un quadro che consenta alle imprese di coprire i costi - ha aggiunto Pensiero - la situazione del trasporto su gomma peggiorerà costantemente con conseguenze tanto imprevedibili quanto potenzialmente esplosive per il sistema economico italiano. Purtroppo, come avevamo previsto, le disposizioni contenute nell'accordo di giugno si sono rivelate ad oggi impraticabili, inattuali e inaccessibili».
«Ora - ha sottolineato il presidente nazionale di Trasportounito - si sta raggiungendo il punto di non ritorno. L'autotrasporto è costretto a “subire” un codice della strada altamente repressivo, un aumento vertiginoso del carburante. E ancora il costoso e inapplicato Sistri, i divieti, le vessazioni della committenza in un mercato sempre meno trasparente e con negative conseguenze sulla sicurezza stradale».
«Non vogliamo aiuti di carattere economico - ha concluso Pensiero - bensì un quadro di regole che consenta la sopravvivenza, nella legalità, di un comparto che è l'asse portante dell'intero sistema trasportistico italiano. Le risorse economiche a pioggia, che non hanno strutturato il settore dell'autotrasporto, potrebbero trovare migliore destinazione nella scuola e nella ricerca perché l'autotrasporto deve trovare i soldi direttamente dal mercato. Questa la proposta di apertura del consiglio nazionale di Trasportounito».
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