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L'associazione dei cantieri navali europei vede una luce in fondo al tunnel
Secondo la CESA, le prospettive a medio-lungo termine per l'industria cantieristica europea sono brillanti, ma le difficoltà non sono affatto finite
19 luglio 2011
Nel medio-lungo termine le prospettive per l'industria cantieristica europea sono brillanti. Lo ritiene l'associazione europea CESA (Community of European Shipyards' Association) che si è riunita nelle scorse settimane in assemblea ad Oslo per discutere dei recenti sviluppi del mercato e della politica per il comparto della navalmeccanica.
Il volume globale degli ordini di nuove navi è iniziato nuovamente a crescere: nel 2010 i nuovi ordini ai cantieri europei sono quasi quintuplicati rispetto all'anno precedente ed anche il volume di navi consegnate è aumentato lievemente, mentre il fatturato è cresciuto del 20%.
Se questo trend è confortante e le prospettive sono ritenute positive, CESA non ha tuttavia sottaciuto la grave preoccupazione sia per la persistente debolezza della domanda che per gli squilibri strutturali del mercato globale, alle prese con una sovraccapacità senza precedenti.
L'associazione ha confermato che i prossimi due anni continueranno ad essere molto difficili per il settore. Solo pochi cantieri - ha rilevato la CESA - sono stati in grado di garantirsi consistenti commesse per il 2012 e per gli anni successivi e, di conseguenza, l'impatto sull'occupazione derivante dal crollo della domanda verificatosi a partire dal 2008 e nel corso del 2009 colpirà l'industria navale europea soprattutto nel 2011 e nel 2012.
Su che basi si fonda, quindi, la fiduciosa aspettativa dell'associazione? Nei prossimi decenni - ha spiegato la CESA - l'uso dei mari e degli oceani si diversificherà in modo significativo e, grazie alle loro ineguagliate competenze ingegneristiche, alla flessibilità e all'innovazione - ha evidenziato l'associazione - i cantieri navali europei sono ben attrezzati per fornire navi altamente specializzate per gli attuali e per i nuovi mercati, come quelli della produzione offshore di energia fossile e rinnovabile, della sicurezza e della difesa, del turismo, dell'estrazione in acque profonde e di molti altri settori.
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