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Bisarche Italiane esorta istituzioni e committenza a confrontarsi con la categoria
I principali porti di smistamento delle autovetture, come Livorno, Salerno e Civitavecchia - ha evidenziato l'associazione - sono bloccati
29 febbraio 2012
Bisarche Italiane accusa le istituzioni e la committenza di non farsi carico delle loro responsabilità e delle conseguenze di un atteggiamento - spiega l'associazione - di totale e assoluta chiusura nei confronti dell'autotrasporto. L'associazione ritiene «incomprensibile» il comportamento delle controparti istituzionali e private nei confronti dei bisarchisti impegnati nella seconda settimana di un fermo nazionale che - rileva Bisarche Italiane - inizia a creare forti disagi nel settore dell'automotive.
«I principali porti di smistamento delle autovetture, come Livorno, Salerno e Civitavecchia - sottolinea l'associazione - sono bloccati e, con spazi e piazzali saturati e non in grado di accogliere nuovi sbarchi di auto, le navi sono costrette a restare ferme in rada. Questo stato di cose - conclude Bisarche Italiane - è destinato a proseguire a lungo o comunque fin quando le istituzioni e la committenza non decideranno di confrontarsi con la categoria per definire corrette modalità operative in un settore cronicamente privato di potere contrattuale e costretto ad operare ai limiti della sopravvivenza».
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