- Il porto di Tacoma ha festeggiato il prossimo arrivo delle navi del consorzio armatoriale Grand Alliance, costituito dalle compagnie Hapag-Lloyd, Nippon Yusen Kaisha (NYK) e Orient Overseas Container Line (OOCL), traffico che è stato acquisito dal terminal Washington United Terminals e che sarà sottratto al porto di Seattle, dove attualmente approda al Terminal 18 gestito dalla SSA Marine.
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- Secondo le previsioni, le portacontainer della Grand Alliance inizieranno a scalare il porto di Tacoma il prossimo luglio e vi trasferiranno un traffico pari a circa 400.000 container teu all'anno, volume che consentirà al porto di Tacoma di superare nuovamente Seattle per quantità di traffico containerizzato movimentato annualmente. Lo scorso anno Tacoma ha totalizzato un traffico pari a 1.488.799 container teu, con una crescita del 2,3% sul 2010, mentre il porto di Tacoma ha movimentato 2.033.535 teu, con una flessione del 5,0% sul 2010.
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- «Abbiamo fiducia che, insieme con i nostri partner operativi - ha commentato l'amministratore delegato della Port of Tacoma, John Wolfe - continueremo a fornire un servizio eccezionale ai nostri importanti clienti e alla nostra comunità e, facendolo, continueremo a conseguire nuove opportunità di business al porto di Tacoma».
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- Di tutt'altro tenore il commento della Port of Seattle, che tuttavia ha rilevato come «sia importante che l'attività rimanga nello Stato di Washington». «Purtroppo - ha osservato l'authority portuale - anche se molti posti di lavoro saranno preservati, altri non lo saranno. Alcuni di coloro che lavorano nel porto di Seattle potranno accusare un grave impatto sulla loro fonte di sostentamento o, in qualche caso, potranno perderla».
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- La Port Authority di Seattle ha rivolto un'accusa al porto di Tacoma: «l'infrastruttura portuale di Seattle - ha spiegato l'autorità portuale - rappresenta oltre un miliardo di dollari di investimenti e il modo migliore per far sì che entrambi i porti lavorino per tutto lo Stato è quello di acquisire nuovi volumi di carico per il nostro sistema regionale. Incoraggiamo i clienti commerciali verso una concorrenza al ribasso che mette a repentaglio la nostra capacità di investire nelle infrastrutture di cui abbiamo bisogno per sostenere il traffico di import-export da cui dipende il nostro Stato. Come amministratori di infrastrutture pubbliche, i porti sono obbligati a garantire che gli investimenti effettuati nel nostro porto siano utilizzati a massimo beneficio dei contribuenti dello Stato. I guadagni locali a breve termine per un singolo porto annunciati oggi (ieri, ndr) possono agire a lungo termine assolutamente a scapito dell'economia dello Stato. Continuiamo a sollecitare un dialogo - ha concluso la Port of Seattle - sulle modalità con cui i due porti possono cooperare al fine di massimizzare la resa degli investimenti sostenuti dai contribuenti, che costituiscono l'obiettivo primario dichiarato nella nostra “Century Agenda” (il piano di sviluppo a lungo termine dell'authority portuale, ndr)».
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