- Ieri a Milano è stata presentata la terza edizione del Rapporto sul Turismo Nautico a cura dell'Osservatorio Nautico Nazionale, realtà nata nel 2008 da un accordo tra i partner fondatori - Accademia Italiana Marina Mercantile, Provincia di Genova, UCINA - Confindustria Nautica, Università degli Studi di Genova (DIEM - Dipartimento di Economia e Metodi quantitativi dell'Università e CERSIT - Centro di Ricerca per l'Innovazione e lo Sviluppo del Turismo) sotto la guida scientifica del professor Gian Marco Ugolini dell'Università di Genova. Il documento analizza in modo puntuale i riflessi che il turismo nautico genera a livello territoriale, ambientale, produttivo ed economico.
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- Nel quinquennio 2007-2011 il numero di infrastrutture portuali per il diporto sul territorio nazionale ha registrato un incremento di oltre il 7,6% raggiungendo le 540 unità di cui 348 porti polifunzionali, 116 punti di ormeggio e 76 porti turistici.
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- Il rapporto ha evidenziato nel 2011 l'esistenza di oltre 157.000 posti barca (contro i 153.027 del 2010), concentrati soprattutto in Liguria (21.716, pari al 13,8% del totale) e Sardegna (20.175, pari al 12,8%).
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- Per quanto riguarda la gestione dei porti turistici, il rapporto ha evidenziato come, dal punto di vista occupazionale, tali strutture generino in media circa nove addetti diretti a tempo pieno e 61 addetti nell'indotto, dati che, nel caso dei marina, salgono rispettivamente a 12 e 76.
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- Dal punto di vista della gestione economica, l'indagine condotta dall'Osservatorio Nautico Nazionale ha evidenziato come le imprese portuali, snodo centrale di questo settore, mostrino evidenti sofferenze non tanto nella gestione caratteristica, quanto nell'area tributaria (a causa dell'esponenziale aumento dei canoni delle concessioni demaniali) e finanziaria.
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- Un'indagine realizzata su 110 porti e 850 diportisti su tutto il territorio nazionale e riferita all'anno 2010, ha evidenziato che la spesa giornaliera pro capite dei soli diportisti stanziali nei marina (escluse quindi le spesse effettuate durante il transito estivo) è pari a una media di 102 euro (dai 45,7 dei possessori di natanti, agli oltre 430 di chi naviga su superyacht). Più in particolare di questa cifra, circa 58 euro sono destinati alla ristorazione, mentre circa 38 vengono spesi in shopping giornaliero.
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- UCINA - Confindustria Nautica ha sottolineato che quello nautico si presenta dunque come un comparto capace di generare importanti ricadute economiche sul territorio e che, a questo riguardo, se il governo non avesse accolto nel Decreto Liberalizzazioni le istanze di UCINA per la modifica della tassa di stazionamento in imposta di possesso ci sarebbe stato il rischio di un danno complessivo di circa 1,5 miliardi di euro tra riduzione delle entrate dirette dello Stato derivanti dal turismo nautico, mancato indotto generato dai superyacht in transito e investimenti portuali a rischio.
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- Nel corso della presentazione è stato inoltre illustrato il NaQI - Nautical Quality Index, il primo indice che misura la qualità nautica delle province costiere italiane sulla base di quattro indicatori: l'offerta territoriale di porti e posti barca, la qualità dei servizi portuali, la presenza di altri turismi del mare e l'accessibilità stradale e il rapporto tra i posti barca disponibili e il numero di diportisti che gravitano su quel territorio. Al primo posto si è posizionata la provincia di Lucca, al secondo posto la provincia di Genova, mentre sul terzo gradino si colloca la provincia di Matera.
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- Infine, ulteriore novità dell'edizione 2012 del Rapporto sul Turismo Nautico, è l'Atlante Tematico della Nautica, il primo esempio in Italia di un'opera cartografica su scala mondiale, europea, italiana e provinciale (36 tavole) dedicata al settore della nautica da diporto.
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