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Confapi Trasporti, il governo si è “dimenticato” dello Sportello Unico Doganale
Contemporaneamente - accusa Fuochi - vengono emanate norme che inaspriscono pesantemente le sanzioni previste dall'art. 303 del TULD
19 giugno 2012
Confapi Trasporti denuncia l'assenza dello Sportello Unico Doganale nel decreto Sviluppo approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri. Ricordando che nel Piano della Logistica fortemente voluto dal presidente della Consulta generale per l'Autotrasporto e per la Logistica, Bartolomeo Giachino, al primo posto c'è proprio la “semplificazione” burocratica delle pratiche doganali attraverso lo sportello unico, il presidente di Confapi Trasporti, Riccardo Fuochi, ha sottolineato che l'apertura dello “sportello unico doganale” permetterà di superare, finalmente, le inefficienze che contraddistinguono il sistema Italia e il cui costo è stato quantificato in almeno due miliardi di euro annui (considerando i traffici persi a favore dei porti del Nord Europa si arriva ad oltre cinque miliardi di euro).
Abbiamo aspettato per anni lo Sportello Unico - ha protestato Fuochi - centinaia di convegni, incontri, seminari, migliaia di persone coinvolte per spiegarci che attuando lo sportello unico si poteva eliminare il “gap” di efficienza tra porti del Nord e il nostro sistema doganale: ebbene, nel “Decreto Sviluppo” non compare la tanto attesa norma riguardante lo sportello unico doganale. Contemporaneamente - ha evidenziato il presidente di Confapi Trasporti - vengono emanate norme che inaspriscono pesantemente le sanzioni previste dall'articolo 303 del TULD portandole fino a 10 volte l'ammontare dei diritti maggiormente dovuti, eliminando il presupposto della “buona fede” e discriminandoci ulteriormente nei confronto degli altri Paesi UE che per gli stessi fatti non prevedono sanzioni. Addirittura alcune Dogane - ha rilevato - “integrano” la norma con circolari che prevedono pene anche a fronte di differenze di Origine, non previste dalla legge.
Ci chiediamo - ha concluso Fuochi - se si vuole effettivamente rilanciare lo sviluppo del Paese oppure si tende sempre di più ad attribuire maggiori poteri alla burocrazia anche a scapito dell'industria logistica che come tutti sappiamo potrebbe essere proprio uno dei motori dello sviluppo.
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