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L'ICS si oppone all'individuazione di una rotta prestabilita per il transito nel Canale di Mozambico
Secondo l'organizzazione armatoriale, si rischierebbe di aumentare il rischio di collisioni anziché diminuirlo
26 giugno 2012
L'International Chamber of Shipping (ICS), l'organizzazione mondiale dell'industria armatoriale, ha annunciato che, in occasione della prossima riunione del sub-comitato per la sicurezza della navigazione dell'International Maritime Organization (IMO) che si terrà dal 2 al 6 luglio prossimi a Londra, si opporrà alla proposta di stabilire una rotta marittima prefissata lunga circa 1.000 miglia per tutte le navi che transitano nel Canale di Mozambico al fine di salvaguardare la sicurezza del traffico marittimo ed evitare collisioni e arenamenti nell'area.
ICS ha ricordato che attualmente le navi sono libere di utilizzare l'intera larghezza del Canale, che è in acque internazionali e che nel punto più stretto è largo oltre 200 miglia, mentre la proposta ha l'obiettivo di concentrare il traffico marittimo su rotte molto ristrette «aumentando potenzialmente - ha sottolineato l'organizzazione armatoriale - il rischio di collisioni».
La proposta è stata avanzata da Comore, Francia, Madagascar, Mauritius, Mozambico, Seychelles, Sud Africa e Tanzania. «ICS - ha spiegato il responsabile della sezione Marine dell'International Chamber of Shipping, John Murray - è molto preoccupata da questa proposta volta a definire una nuova rotta consigliata in acque internazionali, per far sì che tutte le navi seguano il medesimo itinerario. Ciò aumenterà il rischio di collisioni per le centinaia di navi che in qualsiasi momento seguiranno tale indicazione, soprattutto a causa dell'attuale mancanza di Vessel Traffic Services nella regione. Il progetto potrebbe anche costituire un inopportuno precedente per la gestione della navigazione oceanica in altre regioni e ciò richiederà un attento esame da parte dell'IMO».
Inoltre Murray ha sottolineato che nessuna evidenza statistica è stata fornita per quanto riguarda il numero di sinistri o pericoli al traffico marittimo registrati nel Canale del Mozambico; «questa omissione - ha precisato - rende particolarmente difficile quantificare gli attesi benefici che la proposta offrirebbe».
Rilevando che «la pirateria è naturalmente uno dei principali problemi in quest'area», Murray ha osservato inoltre che «le implicazioni per la salvaguardia e sicurezza correlate all'introduzione di questa proposta di rotta, che conseguentemente concentra le navi quando entrano in una zona ad alto rischio, non sono state affrontate dai sostenitori del progetto».
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