- Oggi il ruolo strategico dei porti per il futuro dell'Italia è pari a quello che la fabbrica e l'industrializzazione hanno avuto ad inizio '900. Lo ha sottolineato stamani il presidente della Consulta Generale per l'Autotrasporto e per la Logistica, Bartolomeo Giachino, in occasione della presentazione del libro “The new Economic Port Landscape. Economic Performance and Social Progress. Il nuovo panorama economico portuale. Performance economiche e progresso sociale”, a cura di Hilda Ghiara (DIEM - Università di Genova), tenutasi nella sede della Camera di Commercio di Genova e organizzata dal C.I.S.Co. (Council of Intermodal Shipping Consultants), dal Genoa Port Center (GPC) e dal Dipartimento di Economia e Metodi Quantitativi (DIEM) dell'Università di Genova.
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- A Genova Giachino ha chiesto ai genovesi di farsi promotori delle iniziative, incentrate sullo sviluppo di un sistema portuale e logistico efficiente, che potranno consentire all'Italia di giocare un ruolo di primo piano nella seconda fase della globalizzazione: dopo aver perso la prima fase, focalizzata sulle delocalizzazioni - ha spiegato - dobbiamo vincere la seconda fase della globalizzazione costituita dal ritorno delle merci. «Mi aspetto - ha detto - che da Genova arrivi una sollecitazione più forte».
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- In particolare, Giachino ha chiesto alle istituzioni e alle associazioni del settore di fare pressioni per accelerare la realizzazione dello sportello unico doganale, innovazione “a costo zero” che però il governo non ha inserito nel decreto Sviluppo e che è la prima delle quattro misure che la Consulta ha presentato al ministro Passera tra quelle da inserire nel provvedimento governativo al fine di un rilancio del sistema logistico ed economico italiano. L'obiettivo è infatti di accrescere la competitività dei porti nazionali e la loro capacità di catturare nuovi flussi di traffico con conseguente beneficio per le casse dello Stato. Giachino ha sottolineato che, secondo un recente studio dell'Università Bocconi di Milano, i costi del non fare, cioè quelli generati dalla mancanza di un efficientamento dell'apparato logistico nazionale, ammonteranno a 210 miliardi di euro da qui al 2020.
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- Una partita aperta - ha ricordato Giachino - è anche quella della sede della nuova Autorità dei Trasporti, per la quale Genova può candidarsi avendo le carte in regola per farlo. Candidatura - ha precisato il senatore genovese Enrico Musso - che è già stata avanzata così come da tempo da Genova è partita la richiesta di dotare i porti di una propria autonomia finanziaria: assegnando alle Autorità Portuali, come previsto dal recente decreto Sviluppo ( del 18 giugno 2012), solamente l'1% dell'Iva e delle assise riscosse nei porti - ha rilevato Musso - si è però «partorito un topolino». Il senatore ha rimarcato anche l'importanza di sostenere la competitività e lo sviluppo dei porti con un insieme di misure finanziarie, tra cui ad esempio i project bond e l'emissione di obbligazioni di scopo.
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- Il presidente del C.I.S.Co., Enrico Scerni, ha plaudito al processo di riorganizzazione delle aree portuali in atto a Genova che sta ponendo fine ad una parcellizzazione dello scalo incompatibile con le esigenze degli attuali traffici, mentre nel suo intervento il presidente della Camera di Commercio di Genova, Paolo Odone, ha evidenziato l'indispensabilità di attuare due opere infrastrutturali chiave per lo sviluppo dell'economia genovese e nazionale e tuttora da alcuni osteggiate: la Gronda autostradale di Genova, sulla quale - ha denunciato Odone - il nuovo sindaco Marco Doria ha espresso perplessità, e il Terzo Valico ferroviario Genova-Milano, opera che secondo il presidente della Regione Piemonte - ha accusato - non deve essere realizzata.
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