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Federmar-Cisal teme il prossimo smantellamento della struttura di assistenza sanitaria ai marittimi
Pico: con il trasferimento alle Regioni le spese molto probabilmente saranno destinate ad aumentare ed il servizio a peggiorare, alla faccia della spending review
17 luglio 2012
. Il sindacato ha ricordato che, con l'approvazione dell'ultima legge di stabilità presentata dal governo Berlusconi, è stato deciso il trasferimento alle Regioni con effetto dal 1° gennaio 2013 dell'assistenza sanitaria per i naviganti sinora svolta dal Servizio Assistenza Sanitaria Nazionale (SASN) del ministero della Salute.
«È una decisione strampalata e del tutto incomprensibile - ha spiegato il segretario nazionale di Federmar-Cisal, Alessandro Pico - se si tiene conto dell'assoluta peculiarità della categoria formata da lavoratori in continuo movimento nelle varie aree del globo ed i quali devono essere in possesso dell'integrità psico-fisica per potere esercitare il loro mestiere. Inoltre, sempre a tale riguardo, esiste una ramificata organizzazione che si estende in tutti i porti del mondo tramite convenzioni con le strutture ed i medici del posto per assicurare la dovuta assistenza sanitaria - visite, cure, interventi, sbarchi, rimpatri, ecc. - al marittimo ammalato od infortunato. Allo stato attuale la materia è ancora gestita dal SASN, secondo una corretta logica di centralizzazione considerate le caratteristiche del servizio: con l'inizio del prossimo anno saranno le Regioni a doversene occupare, non si sa con quali risultati non tanto per le strutture sotto casa od in Europa quanto per quelle sparse nei vari paesi della terra».
«A dire il vero - ha precisato Piro - il passaggio alle Regioni dovrebbe essere disciplinato mediante un regolamento proposto dai ministeri interessati (Salute, Economia e Finanze), ma dalla lettura delle prime bozze di tale atto c'è da dubitare che al ministero della Salute abbiano compreso interamente, sia sotto l'aspetto sostanziale che burocratico, quali sono le necessità per garantire la tutela sanitaria ai marittimi. Se l'obiettivo di tale innovazione, la quale purtroppo smantellerà una struttura funzionante, è quello di diminuire le spese - ha concluso il rappresentante del sindacato - con il sistema che sta per essere adottato, ossia con il trasferimento alle Regioni e quindi senza alcun organo centrale di sintesi o di controllo, le spese molto probabilmente saranno destinate ad aumentare ed il servizio a peggiorare. Alla faccia della spending review».
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