- La Regione Friuli Venezia Giulia sosterrà sul piano politico la posizione degli utilizzatori dei raccordi industriali, che stanno conducendo un duro confronto con Rete Ferroviaria Italiana (RFI), società del Gruppo Ferrovie dello Stato, che ha modificato le condizioni e i canoni per l'allacciamento alla rete ferroviaria. Lo ha reso noto l'assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, a conclusione di una riunione con il “sistema dei raccordati” della regione , di cui fanno parte consorzi industriali, interporti, ma anche alcune grandi imprese che movimentano merci su binario.
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- In occasione dell'incontro è stato stabilito che i rappresentanti dei “raccordati” metteranno a punto, entro la seconda metà di agosto, un documento comune che l'assessore Riccardi si è impegnato a far condividere dalla giunta regionale, come base per aprire un confronto politico con il governo. La situazione in Friuli Venezia Giulia, come è stato ricordato nel corso della riunione, è del tutto particolare perché i raccordi industriali esistenti non sono di proprietà di RFI e sono stati spesso realizzati con cospicui investimenti pubblici regionali.
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- «Il Friuli Venezia Giulia - ha osservato Riccardi - non è paragonabile ad altre Regioni, non può valere la stessa ricetta dalla Sicilia alle Alpi. Noi siamo collocati tra due confini internazionali, al centro di un sistema territoriale retrostante l'arco portuale dell'alto Adriatico e ci siamo, negli anni, fatti gli investimenti da soli. Condividiamo le ragioni di una razionalizzazione del numero dei raccordi alla rete principale - ha aggiunto - ma non senza tenere conto di chi fino a oggi ha investito e soprattutto di una potenzialità dei traffici che, se limitata, penalizzerebbe la competitività del nostro sistema produttivo riducendo il traffico su ferro e aumentando quello su gomma».
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- «Siamo perciò di fronte - ha proseguito Riccardi - ad una questione politica, che non può essere lasciata in mano ad una società per azioni, RFI, che ragiona in termini di contabilità di bilancio e per di più si trova in una situazione di conflitto di interesse. Qui è in gioco il ruolo geopolitico del Friuli Venezia Giulia, la sua collocazione internazionale. È del tutto inutile parlare di Corridoio V, di Corridoio Adriatico-Baltico, di terza corsia della A4 se poi queste grandi reti di trasporto non vengono collegate puntualmente con i “nodi” del sistema logistico».
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