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Secondo gli armatori europei una modernizzazione dei servizi tecnico-nautici è condizione essenziale per il miglioramento dell'efficienza dei porti
Riva: di fronte all'attuale crisi finanziaria ed economica, questo obiettivo è più importante che mai
28 settembre 2012
Intervenendo al convegno sul tema “Unlocking the growth potential”, che si è tenuto martedì e mercoledì scorsi a Bruxelles ed è stato organizzato dalla direzione generale Mobilità e Trasporti della Commissione Europea, il presidente dell'European Community Shipowners' Associations (ECSA), Juan Riva, ha illustrato le richieste degli armatori europei nell'ambito della definizione di una nuova politica per i porti in atto nell'UE, a partire da un nuovo quadro normativo per i servizi tecnico-nautici.
Riva ha evidenziato che già nella metà degli anni Novanta il miglioramento dell'efficienza dei porti e dei servizi portuali è stato identificato come un obiettivo fondamentale per la crescita dell'economia dell'Unione Europea ed ha sottolineato come, di fronte all'attuale crisi finanziaria ed economica, questo obiettivo sia più importante che mai.
In particolare - ha detto il presidente dell'associazione degli armatori europei, «come rilevato in precedenti discussioni, i servizi portuali costituiscono probabilmente il primo elemento su cui è necessario intervenire con una modernizzazione. Questi servizi - ha spiegato Riva - dovrebbero rendersi conto che sono elementi chiave della catena logistica».
«Il rimorchio - ha precisato Riva - è un normale servizio commerciale e non deve essere considerato come un servizio di interesse economico generale. Complessivamente - ha rilevato il presidente dell'ECSA - vengono applicati i principi di mercato; tuttavia, in pratica ci sono ancora alcuni casi in cui misure specifiche o norme locali devono essere adeguate».
«Il pilotaggio - ha proseguito Riva - è stato per qualche tempo posto all'ordine del giorno ed ECSA apprezza l'impegno della Commissione Europea sul tema. La possibilità di ottenere certificati di esenzione dal pilotaggio (PEC), sulla base di criteri oggettivi e trasparenti, dovrebbe essere rafforzata e la procedura dovrebbe essere pertinente ed appropriata». «Spesso - ha osservato Riva - si dimentica che l'elemento base del pilotaggio è che il pilota “istruisce” il comandante della nave sulla base della sua conoscenza delle condizioni locali; tuttavia il comandante mantiene il controllo totale della nave e in qualsiasi momento può mettere in dubbio o rifiutare i consigli del pilota. Il pilotaggio può avere alcuni elementi di servizio pubblico, ma non è una cosa sola. È evidente che i requisiti di sicurezza svolgono un ruolo essenziale e fondamentale nel lavoro offerto dai servizi di pilotaggio. Tuttavia il tema della sicurezza non deve essere abusato. È essenziale una corretta valutazione del rischio per la sicurezza, che coinvolga tutte le parti interessate».
«Ultime, ma non meno importanti - ha evidenziato Riva - le ultime novità tecnologiche che riguardano anche il pilotaggio da terra dovrebbero essere ulteriormente sviluppate. Se le navi possono essere condotte in porto o fatte partire utilizzando sistemi di guida della nave da terra in condizioni meteorologiche sfavorevoli ci si chiede perché ciò non possa essere fatto in condizioni di bel tempo». Secondo il presidente dell'ECSA, «l'intero tema del pilotaggio dovrebbe essere ripreso in esame, inclusi i livelli di qualifica».
Un altro tema che - per gli armatori europei - deve essere trattato da un punto di vista commerciale è quello delle tasse portuali. «I diritti portuali e la fissazione delle tariffe - ha spiegato Riva - dovrebbero essere trattati come una questione commerciale e dovrebbero essere lasciati ai singoli porti. È evidente che dovrebbero essere trasparenti, pertinenti e negoziabili. A carico degli armatori - ha precisato - dovrebbero essere posti solo quei servizi che utilizzano effettivamente; l'onere del servizio dovrebbe essere basato sul costo della sua fornitura e un porto dovrebbe essere in grado di dimostrarlo».
L'ECSA ha ribadito anche la sua posizione sul tema dei lavoro nei porti: «quella del lavoro - ha osservato Riva - a torto o ragione è stata la questione più delicata nelle precedenti discussioni sulla politica portuale europea». «Il principio secondo cui i fornitori di servizi nei porti hanno piena libertà di coinvolgere personale qualificato di loro scelta senza condizioni imposte, se non in particolari situazioni legate alle qualifiche, alla sicurezza, alle normative sociali nazionali in linea con il Trattato - ha confermato il presidente dell'ECSA - deve essere pienamente rispettato. Accordi in atto che sono stati messi in discussione - ha aggiunto - devono essere valutati sulla base della legislazione UE in vigore».
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