- Ieri alla Fiera di Genova, nel corso della 52ª edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova, UCINA Confindustria Nautica ha presentato i dati dello studio “La nautica in cifre. Analisi del mercato per l'anno 2011” curato dall'Ufficio Studi di UCINA in collaborazione con il dipartimento di Economia dell'Università di Genova.
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- Secondo l'analisi, il fatturato globale registrato nel 2011 dall'industria nautica italiana ammonta a 3,42 miliardi di euro, con una crescita dell'1,93% rispetto al 2010. Più in particolare, le performance registrate dai singoli segmenti sono state: cantieristica 2,05 miliardi di euro (+2,04% sul 2010), manutenzione e refitting 0,18 miliardi (+3,81%), accessori 0,91 miliardi (+2,84%) ed infine motori 0,29 miliardi (-2,56%).
La nautica italiana ha inoltre riconfermato la forte vocazione all'export, che lo scorso anno ha totalizzato un valore complessivo pari a 1,92 miliardi di euro (+19% rispetto all'anno precedente). In percentuale l'export rappresenta il 67% della produzione totale del comparto, valore che sale al 79% per il segmento della cantieristica.-
- UCINA ha evidenziato che lo studio rileva, dunque, una sostanziale inversione delle quote di mercato tra Italia ed estero rispetto agli anni di picco (2007-2008) e testimonia che le aziende italiane hanno intrapreso la strada dell'internazionalizzazione. Nonostante la crisi, l'industria nautica italiana rimane comunque la più importante al mondo insieme a quella degli USA, con un chiaro dominio nel settore dei Superyacht che hanno rappresentato il 44% degli ordini complessivi a livello mondiale.
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Nel 2011 il contributo dell'industria nautica al prodotto interno lordo nazionale è cresciuto del 2% attestandosi a circa 2,85 miliardi di euro, contribuendo per l'1,8 per mille al PIL nazionale. «Tali dati - ha sottolineato UCINA - non devono tuttavia far pensare ad un trend di ripresa in quanto, secondo le prime stime formulate dal gruppo di lavoro che ha redatto “La nautica in cifre”, il fatturato globale del 2012 dovrebbe subire una contrazione compresa tra il -15% e il -25%, attestandosi in una forbice compresa tra i 2,8 e i 2,5 miliardi di euro».
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