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Le innovative direttive del POT dell'Autorità Portuale di Livorno per il rispetto delle regole in porto
Il documento rivolge maggiore attenzione alla composizione delle tariffe, ai piani di impresa e alla loro sostenibilità finanziaria
30 novembre 2012
L'Autorità Portuale di Livorno ha reso noti gli elementi portanti del Piano Operativo Triennale 2013-2015, attualmente all'esame del Comitato Portuale, che non riguardano solo l'operatività e l'uso delle banchine portuali, temi incentrati sui quattro assi principali delle crociere, del porto multipurpose, della cantieristica e delle riparazioni navali, ma anche le direttive per il rispetto delle regole in porto, che costituiscono principi di carattere decisamente innovativo per la portualità italiana. In particolare il POT - spiega l'ente - rivolge maggiore attenzione alla composizione delle tariffe, ai piani di impresa e alla loro sostenibilità finanziaria.
«Il Piano Operativo Triennale - precisa l'authority portuale - diventa, ancor più che in passato, un'arma non convenzionale per attaccare tutte quelle rendite di posizione che sino ad oggi sono state garantite attraverso la violazione o la parziale elusione delle regole. Nel nuovo strumento di programmazione triennale, attorno al quale è stata avviata da pochi giorni una discussione con i rappresentanti del Comitato Portuale, c'è spazio per nuove iniziative sul fronte caldo della regolamentazione delle operazioni e dei servizi portuali».
Per quanto riguarda i piani di impresa, «l'idea - chiarisce l'Autorità Portuale - è quella di predisporre uno schema di piano d'impresa che possa costituire un modello comune per tutti. Il modulo permetterà all'Autorità Portuale di confrontare i progetti finanziari di soggetti diversi che operano nel medesimo settore merceologico, nonché gli eventuali scostamenti fra quanto previsto nel business plan e quanto effettivamente operato. Le componenti che dovranno essere comprese nei piani d'impresa saranno: le strategie di acquisizione del traffico ed i volumi attesi; la struttura organizzativa ed il piano degli investimenti, con particolare riferimento alla disponibilità di risorse umane e strumentali; la solidità finanziaria, dimostrabile anche mediante un documentato accesso al credito, nonché la solvibilità dei debiti contratti, nei tempi stabiliti e già fissati nei regolamenti in vigore, verso l'agenzia di lavoro portuale temporaneo e, più in generale, verso le altre imprese; il metodo di costruzione ed aggiornamento della tariffa».
Inoltre - puntualizza l'ente - per le tariffe, queste «devono comprendere tutte le voci di costo (anche quelle relative al personale). Oggi - rileva l'authority - le imprese sono obbligate a depositare presso le Autorità Portuale le tariffe relative alle operazioni e ai servizi portuali, ma non sono tenute a dire quali sono le singole voci che ne compongono l'ammontare complessivo. Bene, con il nuovo POT si cambia musica: fermo restando che l'Autorità Portuale non è certo tenuta a entrare nella specifica dinamica commerciale che ispira un operatore ad adottare una determinata tariffa - sottolinea l'ente di Palazzo Rosciano - sarà sua cura predisporre gli atti necessari per chiedere alle imprese una descrizione degli specifici elementi di cui è composta. L'obiettivo è quello di poter verificare se le tariffe depositate consentano di soddisfare l'obbligo per le imprese della corresponsione di salari coerenti con il contratto collettivo nazionale di lavoro dei lavoratori dei porti e se coprano i costi relativi alla sicurezza dei lavoratori e nei luoghi di lavoro».
Un altro fronte è quello della sostenibilità finanziaria delle imprese. L'Autorità Portuale ricorda che il segretario generale dell'ente, Massimo Provinciali, l'aveva rimarcato in occasione dell'ultima riunione con i rappresentanti delle imprese e dei sindacati in merito all'Agelp (l'agenzia del lavoro portuale che ai sensi dell'art. 17 della legge 84/94 è tenuta a fornire la manodopera alle imprese ad integrazione del loro personale): il mancato pagamento dell'Agenzia del lavoro portuale - aveva spiegato - è un sintomo evidente della fragilità economica di un operatore portuale e potrebbe spingere l'Autorità Portuale di Livorno a prendere dei provvedimenti. A tal proposito l'ente portuale specifica che d'ora in avanti, com'è scritto nero su bianco nel Piano Operativo Triennale, l'Autorità Portuale verificherà «il puntuale assolvimento di quanto dovuto in merito agli obblighi contributivi e fiscali», e individuerà «i criteri oggettivi per valutare e misurare la capacità finanziaria delle imprese, a cominciare, per esempio, dalla verifica del regolare pagamento delle prestazioni fornite dall'agenzia di lavoro portuale temporaneo».
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