- Stamani Marina Monassi, presidente dell'Autorità Portuale di Trieste, ha consegnato al ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, una lettera in cui l'ente portuale evidenzia l'impatto negativo che la realizzazione del rigassificatore potrà avere sull'attività del porto.
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- «Dato che in questi ultimi mesi - si legge nella lettera - la Direzione generale per le Valutazioni Ambientali sta analizzando il progetto definitivo del terminal GNL e il relativo elettrodotto, visto che la stessa Direzione ha anche condotto l'istruttoria sulla procedura congiunta di VIA VAS del nuovo Piano Regolatore Portuale di Trieste, la stessa Direzione avrà avuto modo di valutare - con l'ausilio della Commissione VIA VAS - che il porto di Trieste ha nuovi e rilevanti piani di sviluppo, che al momento dell'inizio dell'istruttoria sul rigassificatore (anno 2005) non erano ancora stati compiutamente formulati».
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- L'Autorità Portuale ha evidenziato che la crescita dei traffici del porto di Trieste è iniziata nel 2011 ed è tuttora in corso nonostante la situazione economica complicata. In particolare, l'aumento registrato nel settore portuale del porto industriale (Zaule) del 76,72%, l'avvio delle procedure per la realizzazione della piattaforma logistica già finanziata dal Cipe, l'incremento del traffico passeggeri con le navi da crociera e i traghetti che collegano con la Grecia, vengono affiancati alle previsioni ufficiali del gruppo TAL di 500 petroliere nel 2013 ( del 6 dicembre 2012). Quaranta milioni di tonnellate di greggio - ha sottolineato l'authority portuale - che faranno del porto di Trieste il primo scalo italiano per quantità di merce.
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- «È nostro compito istituzionale - ha spiegato Marina Monassi - evidenziare al ministero dell'Ambiente che in questa fase di sviluppo dell'unica azienda che la Banca d'Italia ha definito con il segno “più”, da parte degli operatori viene lanciato un chiaro grido dall'allarme che potrebbe portare a seri problemi economici, occupazionali e di sicurezza». La presidente dell'Autorità Portuale ha infatti ricordato che la SIOT (Società Italiana per l'Oleodotto Transalpino) del gruppo TAL ha precisato che «non potrà tollerare alcun impatto negativo sulle installazioni del proprio terminale marino durante la fase di costruzione del rigassificatore e neppure nelle fasi di operazione dello stesso». SIOT, con nota ripresa nella lettera consegnata al ministro Clini, ha evidenziato che la società ricopre un ruolo strategico per l'approvvigionamento di energia per Austria, Germania e Repubblica Ceca, per cui «non potrà essere accettata nessuna interferenza che comporti ritardi nelle operazioni di scarico del greggio sui pontili in concessione». «Aumenta - ha rilevato inoltre SIOT - il rischio terroristico in relazione alla presenza di strutture di tale valenza strategica».
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