- Il The International Propeller Club Port of Taras sollecita un rilancio del progetto per la realizzazione del distripark del porto di Taranto al fine di trattenere le merci nello scalo per attuare attività di lavorazione e di logistica che aggiungano valore al traffico commerciale e consentano uno sviluppo dell'economia della città. «Senza il distripark - evidenzia il presidente del Propeller, Michele Conte - il porto di Taranto, nel migliore dei casi resterà un porto di transhipment (trasbordo dei contenitori da nave madre grande per trasporti transoceanici a lungo raggio a nave feeder, più piccola, per trasporti a breve e corto raggio), senza alcun vantaggio per il territorio e un asservimento del porto alle necessità esclusive dei vettori transoceanici, che possono cambiare rotta (sede operativa) da un momento all'altro lasciando solo disoccupazione».
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- Perché il settore portuale possa contribuire in maniera determinante allo sviluppo economico-sociale e occupazionale di Taranto e del territorio di riferimento - spiega Conte - «c'è bisogno di orientare il porto ad uno sviluppo logistico-industriale (il porto-emporio) che, in sinergia con il sistema logistico-intermodale, possa avere, quale elemento di raccordo, un'area retroportuale tecnologicamente attrezzata per attrarre insediamenti produttivi per lo stoccaggio, l'immagazzinamento, trattamento, manipolazione di componentistica e di smistamento (ricezione, deposito, distribuzione e ridistribuzione) per le aree del Mediterraneo, del Medio Oriente, dei Balcani e delle terre lontane (Estremo Oriente) che ancora richiedono manifatture e merci di alto valore prodotte in Italia e in Europa».
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- Evidenziando la gravità dell'attuale crisi economico-finanziaria che sta attraversando e modellando anche gli assetti del commercio mondiale, Conte sottolinea che «il trasporto marittimo è ritenuto, pacificamente, uno dei settori “driver” per la crescita del nostro sistema Paese. Se lo è per il Paese - rileva il presidente del Propeller - a maggior ragione lo dovrebbe essere per Taranto che risente, come non mai e come nessuna altra città in Italia, di tutte le crisi evidenziate, eppure dispone di un porto situato strategicamente a distanza molto prossima al canale di Suez e in un'area vasta che, anche se prossima alla città, non è dalla stessa condizionata».
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- Rimarcando anche la strategicità della localizzazione dell'area portuale e retroportuale di Taranto, Conte ricorda che per lo sviluppo del porto sono in programma, «ormai da un decennio, opere infrastrutturali, compresi i dragaggi, che, nonostante innumerevoli e, a volte, inutili vincoli normativi e burocratici, dovrebbero renderlo prima o poi sempre più appetibile per nuovi traffici. L'amministrazione comunale - osserva il presidente del Propeller Club Port of Taras - dovrebbe battersi, verso lo Stato e forse anche contro l'ente Regione, perché ciò accada il prima possibile, pena il rischio di rimanere esclusa da residue opportunità di sviluppo».
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- Conte ricorda inoltre che «già dal 2000 fu ipotizzata a Taranto la realizzazione di un distripark in aree poste a nord-ovest del porto, ad ovest di Punta Rondinella, proprio con lo scopo di renderlo fungibile al nuovo sviluppo commerciale dello scalo possibile con l'insediamento di un terminal contenitori gestito da una società di scopo, la TCT Spa, generata e controllata dall'Evergreen, una delle maggiori società di vettoriamento di contenitori al mondo».
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- Il presidente del Propeller rievoca la storia del progetto per il distripark: «la promozione e la realizzazione del distripark - spiega - furono affidate ad una SCARL società consortile a capitale pubblico costituita da Provincia, Comune, Camera di Commercio e Autorità Portuale, che ad oggi ha provveduto solo e soltanto all'esproprio dei terreni sui quali realizzare le strutture e infrastrutture. La caratteristica di soggetto pubblico, costituito da quattro enti pubblici, fino ad oggi a presidenza della Provincia, anziché sinergizzare e agevolare le attività dei diversi enti - denuncia Conte - ha moltiplicato per quattro solo le deficienze gestionali proprie di un ente pubblico, tanto da vanificare ogni possibilità di interesse da parte dei grandi operatori della produzione o della logistica ipoteticamente interessati a investire in Italia e nell'area tarantina».
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- Conte osserva che «l'avvio di opportunità di sviluppo alternativo, ancorché non monodirezionali, devono avere nell'amministrazione comunale il soggetto promotore e insistentemente pressante perché ogni forma di ideazione e progettualità segua le vie più brevi ed efficaci per la realizzazione in tempi non più rinviabili e dilazionabili, pena la marginalizzazione se non l'esclusione dei nostri territori dallo sviluppo di attività produttive e di servizi a basso impatto ambientale, ad alta resa occupazionale e aperta ancora ad investimenti stranieri o nazionali sicuramente non locali».
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- Secondo il presidente del Propeller Club Port of Taras, pertanto, «l'amministrazione comunale deve assumere la “governance” dell'ipotesi-progetto distripark fungendo da soggetto verso gli altri enti pubblici e sollecitare l'azione promozionale per il coinvolgimento di soggetti privati esterni perché prendano in considerazione la possibilità-opportunità di investire nell'area. C'è bisogno però - conclude Conte - di decisioni determinate ed univoche che garantiscano gli investitori da tentennamenti decisionali».
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