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Nel 2012 il traffico delle merci movimentato dal porto di Ravenna è diminuito dell'8,1%
Riduzione dei volumi in tutti i comparti: merci varie -16,2%; rinfuse secche -2,7%; rinfuse liquide -4,8%
25 gennaio 2013
Lo scorso anno il porto di Ravenna ha movimentato 21,5 milioni di tonnellate di merci, con una diminuzione dell'8,1% rispetto a 23,3 milioni di tonnellate totalizzate nel 2011. Le merci allo sbarco sono ammontate a 18,4 milioni di tonnellate (-8,8%) e quelle all'imbarco a 3,1 milioni di tonnellate (-3,4%). «Tale risultato, che riporta il traffico del porto ai livelli precedenti al 2000 - ha rilevato l'Autorità Portuale di Ravenna - non si discosta dai dati degli altri scali italiani, quasi tutti con segno negativo, e rispecchia l'andamento delle attività industriali a livello nazionale». L'ente portuale ha precisato che «un segnale piuttosto positivo si è registrato nel quarto trimestre, con un +4,6% rispetto all'anno precedente, mentre durante il resto dell'anno il trend è sempre stato negativo (-10,6% nel primo trimestre, -9,1% nel secondo trimestre e -12,3% nel terzo trimestre).
«Il risultato del porto - ha proseguito l'authority portuale - si inquadra in un contesto economico in cui il commercio internazionale dell'Italia, nei primi undici mesi dell'anno (fonte: Istat), è diminuito in termini di volumi dello 0,1% per quanto riguarda le esportazioni e del 9,5% per le importazioni. In particolare l'export verso i Paesi UE ha subito una contrazione del 3,0%, mentre verso i Paesi extra UE è aumentato del +3,7%; l'import, invece, è diminuito dell'8,6% dai Paesi UE e del 10,3% dai Paesi extra. Ed è proprio il calo dell'import che penalizza il nostro scalo dato che gli sbarchi rappresentano l'86% del traffico totale».
La più accentuata contrazione è stata registrata nel settore delle merci varie, nel quale lo scorso anno sono state movimentate complessivamente 7,1 milioni di tonnellate (-16,2%), di cui 2,3 milioni di tonnellate di carichi containerizzati (-7,5%) con una movimentazione di container pari a 208.152 teu (-3,3%), 583mila tonnellate di carichi ro-ro (-13,2%) e 4,3 milioni di tonnellate di altre merci varie (-20,6%).
Le rinfuse liquide sono calate del 4,8% a 4,6 milioni di tonnellate, con una contrazione dei prodotti petroliferi, scesi a 96 mila tonnellate (-3,8%), e dei prodotti chimici, con un totale di oltre 235 mila tonnellate (-16,4%), mentre le derrate alimentari liquide sono cresciute a 100mila tonnellate (+12,2%), «grazie - ha spiegato l'Autorità Portuale - all'incremento delle importazioni di oli vegetali (soprattutto da Indonesia, Egitto, Russia e Ucraina), di mosto d'uva (soprattutto dalla Spagna) e di melassa e burlanda (soprattutto dall'Egitto)».
Le rinfuse secche sono diminuite del 2,7% a 9,7 milioni di tonnellate. «Fra queste - ha specificato l'ente portuale - la diminuzione più consistente è stata per i prodotti metallurgici, soprattutto coils, che hanno chiuso il 2012 con 4,05 milioni di tonnellate, ovvero 1,23 in meno rispetto allo scorso anno e con una perdita del 23,1%. Tale contrazione - ha osservato l'Autorità Portuale - è in linea con quanto rilevato da Federacciai nei primi dieci mesi dell'anno, infatti l'import del comparto a livello nazionale, ha registrato un -22,1%. Il calo per il nostro porto è imputabile proprio ai Paesi che negli anni scorsi erano i principali referenti, ovvero Turchia, Cina, Ucraina e Germania, da cui sono arrivate 1,25 milioni di tonnellate in meno. I Paesi, invece, da cui sono stati importate le quantità più significative di coils sono stati Germania, Russia e Corea del Sud». «La movimentazione di minerali greggi e materiali da costruzione, con 4,38 milioni di tonnellate movimentate - ha rilevato ancora l'ente portuale - continua a rappresentare il comparto più significativo per le merci secche. Il calo del 4,3% di tale merceologia è ovviamente legato alla crisi dell'edilizia che si protrae dall'inizio della crisi economica. In particolare le materie prime per le ceramiche, che rappresentano l'80% della categoria, sono calate 3,3%. Il risultato negativo trova riscontro nei dati di Confindustria Ceramica, che, per i primi nove mesi, indicano una diminuzione del 7,2% per i metri quadrati venduti (-3,3% per l'export e -17% per le vendite in Italia). Inoltre, da una prima stima dell'Associazione, il 2012 si è chiuso con un calo della produzione compreso tra il 6% e il 7%. In flessione anche i prodotti agricoli passati da 1,32 a 1,24 milioni di tonnellate (-6,1%). Il calo è da imputarsi perlopiù alla minore importazione di frumento (174 mila tonnellate in meno) soprattutto da Ucraina e Russia. In aumento di oltre 100mila tonnellate (+7,7%), invece, i concimi grazie ad un significativo aumento di quantitativi importati dall'Ucraina, diventato peraltro il principale Paese di importazione sopravanzando l'Egitto».
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