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Eurispes, l'Italia è il fanalino di coda del trasporto ferroviario europeo delle merci
Tosti: la tendenza è stata quella di concentrarsi su grandi opere, per altro spesso annunciate e mai realizzate, senza curarsi di valorizzare il sistema dei collegamenti interni
27 febbraio 2013
L'istituto italiano di studi politici, economici e sociali Eurispes ha pubblicato un rapporto che evidenzia come l'Italia sia il fanalino di coda del trasporto ferroviario europeo delle merci. «Mentre la Cina sta puntando tutto sulla realizzazione di un mastodontico sistema ferroviario per modernizzare il Paese e creare il più grande mercato economico mondiale che si muove sui binari e attraversa una rete di 81.000 chilometri - ha rilevato l'istituto - in Italia il trasporto ferroviario delle merci rappresenta una quota di traffico minoritaria rispetto alle altre modalità: si stima infatti che esso raggiunga un valore del 6%. Anche in questo campo purtroppo il nostro Paese rappresenta il fanalino di coda dell'Europa dove il comparto ferroviario delle merci si attesta ad una quota che varia tra il 12% e il 18%, e in alcuni Paesi “virtuosi” come l'Austria addirittura supera il 30%».
L'istituto ha sottolineato come in Italia quello del trasporto ferroviario delle merci sia un settore sofferente: «in Italia - ha spiegato l'Eurispes - nel 2007 erano prodotti circa 70 milioni di treni-km di trasporto merci su ferrovia, oggi l'intero settore rappresenta circa 42 milioni di treni-km, con un valore negativo che ha raggiunto circa il 40%». «Il vistoso calo - secondo il direttore dell'Osservatorio Eurispes sulla Mobilità e i Trasporti, Carlo Tosti - non è imputabile solo alla crisi economica, sicuramente rilevante, ma si deve considerare la totale assenza di qualsiasi politica di sostegno ad un comparto che in tutto il mondo è ritenuto fondamentale per la logistica e il trasporto delle merci. Da anni - ha aggiunto Tosti - numerose associazioni di settore e le stesse imprese ferroviarie, pubbliche e private, chiedono interventi utili e necessari. Gli studi prodotti e i dibattiti sul tema, evidenziano la necessità del trasferimento di quote maggiori di merce dalla gomma alla rotaia, ma la risposta della politica attraverso la promozione di interventi e di soluzioni più razionali non è ancora arrivata».
«I governi che si sono succeduti negli ultimi anni - ha denunciato Tosti - hanno avuto una visione miope del sistema dei trasporti e della mobilità in generale. La tendenza è stata quella di concentrarsi su grandi opere, per altro spesso annunciate e mai realizzate, senza considerare che collegare l'Italia con il resto d'Europa attraverso importanti reti infrastrutturali senza curarsi di valorizzare il sistema dei collegamenti interni non può che rivelarsi un'azione controproducente. Si rischia infatti un “effetto imbuto” in entrata e in uscita».
L'Eurispes ha evidenziato come negli ultimi anni in Italia si sia verificata anche un'inversione di tendenza degli investimenti nel settore delle infrastrutture ferroviarie diversamente da quanto accaduto in altre nazioni europee come Francia e Spagna: «l'Italia - ha spiegato l'istituto - spicca mantenendo un trend di crescita importante nel decennio 1995-2005, in cui passa dall'erogare 1.950 milioni di euro ad investirne ben 10.175, per poi iniziare una parabola discendente, che nel 2008 incrocia i valori crescenti degli investimenti spagnoli che, sebbene in questo settore non eroghino le cifre più alte, mantengono un tasso di crescita significativo. La Francia invece inizia nel 2002 una fase crescente di investimenti protraendola sino al 2008, per poi interrompersi con una flessione contenuta, proseguita anche durante l'anno successivo».
L'Eurispes ha osservato come «il sistema del trasporto merci in Italia da sempre presenti un profondo gap rispetto agli altri Paesi europei dovuto all'egemonia del trasporto su gomma. Nonostante quest'ultimo presenti maggiori aspetti critici rispetto agli altri comparti, basti pensare ai costi elevati, alla forte dipendenza dalle condizioni atmosferiche e stradali, al più elevato tasso di incidentalità e alle ripercussioni a livello ambientale - ha spiegato l'istituto - gli investimenti infrastrutturali da una parte e le politiche di sostegno dall'altra hanno privilegiato negli ultimi sessant'anni la rete stradale e autostradale e il trasporto merci e passeggeri su gomma. Si tratta di un paradosso se si considera l'indiscutibile sostenibilità ambientale del trasporto merci su rotaia, ma anche le esternalità positive influenti sulla mobilità, sul costo del carburante, sull'incidentalità nei tratti autostradali, fino alle influenze positive sul prezzo dei premi assicurativi e dei beni ad uso dei consumatori. In questo senso, un interessante studio elaborato da FerCargo, associazione di imprese ferroviarie private che operano nel settore merci che raccolgono complessivamente 1.500 addetti e rappresentano il 30% del traffico ferroviario delle merci - ha ricordato l'Eurispes - ha messo in luce come il trasporto su rotaia sia il vettore più ecologico. Per ogni tonnellata di carico e per ogni chilometro percorso con un treno merci europeo, nell'atmosfera penetrano mediamente 29 grammi di CO2. Nel caso di un trasporto su mezzo pesante conforme alla normativa-antinquinamento Euro 5, le relative emissioni ammontano a 81 grammi, circa il triplo rispetto alla soluzione precedente».
L'Osservatorio Eurispes sulla Mobilità e i Trasporti ha presentato quindi una lista di interventi prioritari che, secondo l'istituto, potrebbero consentire di rilanciare il trasporto ferroviario delle merci in Italia: sono «l'elettrificazione e prolungamento dei binari all'interno dei terminal ferroviari per consentire il transito di treni fino a 700 metri di lunghezza; la riclassificazione delle linee ferroviarie da modulo C3 a modulo D4 in modo da consentire il transito dei treni con 22 tonnellate per asse; riattivazione di contributi a sostegno del trasporto su ferrovia; l'istituzione di un fondo di garanzia per le imprese ferroviarie per l'acquisto di materiale rotabile; la partecipazione delle imprese ferroviarie o associazioni rappresentative di esse nei processi decisionali riguardanti l'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria e le politiche sulla logistica; l'istituzione dell'Authority dei Trasporti già prevista dal Decreto Salva Italia nel 2012, necessaria a garantire la concorrenza fra le differenti modalità di trasporto attraverso ma anche all'interno delle stesse; il conferimento delle risorse per il Servizio Universale per il trasporto ferroviario delle merci attraverso procedure di gara ad evidenza pubblica».
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