- In una lettera inviata al quotidiano “L'Unità” il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha fatto chiarezza sulla procedura di rimozione del relitto della Costa Concordia, la nave da crociera naufragata all'inizio dello scorso anno all'Isola del Giglio. Con otto precisazioni il ministro ha inteso dissipare «una cortina fumogena di disinformazione sulla Concordia, che - ha sottolineato Clini - è nello stesso tempo irresponsabile e patetica».
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- Il rappresentante del governo ha ricordato di aver «imposto alla Costa Crociere 40 prescrizioni puntuali per la gestione delle operazioni di recupero del relitto, al fine di assicurare la protezione del prezioso ambiente marino del Giglio e dell'arcipelago toscano», di aver «sempre chiarito in modo formale che, nel rispetto del principio “chi inquina paga”, tutti i costi per la rimozione e lo smaltimento del relitto sono a carico di Costa Crociere» ed ha ricordato inoltre di aver rappresentato in modo formale alla Costa Crociere, e al commissario della Protezione Civile, Franco Gabrielli, non appena informato dei ritardi nelle operazioni di rimozione della nave, «la necessità di garantire una tempistica certa per la rimozione del relitto dall'Isola del Giglio nel rispetto scrupoloso delle prescrizioni per la protezione dell'ambiente e della sicurezza».
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- «Nello stesso tempo - ha proseguito Clini - fin dall'ottobre 2012, ho rappresentato in modo formale alla Costa Crociere, e al commissario Franco Gabrielli, l'urgenza della individuazione del porto dove ricoverare e smantellare il relitto prima delle conclusioni delle operazioni al Giglio. Avendo presente che il relitto è un rifiuto che secondo le direttive europee e le convenzioni internazionali deve essere recapitato nel sito più vicino per essere bonificato e “smaltito». «A questo fine - ha precisato ancora il ministro - la Regione Toscana, alla fine del 2012, ha indicato il sito più vicino (il porto di Piombino) e ha presentato un progetto puntuale per lo smantellamento ed il recupero dei materiali del relitto, valorizzando le infrastrutture industriali e le competenze dell'area siderurgica: infrastrutture e competenze necessarie per smantellare e recuperare la Concordia. I costi dello smantellamento e dello smaltimento sono a carico della Costa Crociere. Mentre sono a carico delle autorità competenti gli interventi già previsti e approvati dal piano regolatore portuale per l'adeguamento di fondali e banchine ai fini delle attività proprie del porto. La realizzazione di questi interventi rende possibili anche le operazioni sulla Concordia, ma non è finalizzata a queste operazioni: ovvero è falso che verranno spesi 150 milioni di euro di fondi pubblici per smaltire la Concordia».
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- Il ministro ha ribadito che «il progetto della Regione Toscana è l'unica proposta per lo smantellamento del relitto» e che «al progetto presentato dalla Regione Toscana la Costa Crociere ha replicato indirettamente avanzando l'idea di portare il relitto in un porto extraeuropeo, per venderlo a soggetti che comunque operano al di fuori delle regole e dei controlli stabiliti dalle direttive europee». «Per evitare che rimanesse incertezza sulla destinazione del relitto e potesse verificarsi il trasferimento extraeuropeo della Concordia - ha aggiunto Clini - il Consiglio dei ministri dell'8 marzo 2013 ha condiviso l'indicazione della Regione Toscana ed ha dato mandato al commissario Franco Gabrielli, congiuntamente ai ministeri dell'Ambiente e delle Infrastrutture, di effettuare la verifica di fattibilità del progetto della Regione. In particolare è necessario accertare se i lavori già previsti dal piano regolatore portuale per l'adeguamento di fondali e banchine - e per i quali sono disponibili le risorse finanziarie necessarie - possono essere completati in tempo utile per consentire il ricovero del relitto previsto per la fine di ottobre 2013. La delibera del Consiglio dei ministri fa esplicito riferimento al decreto legge del 14 gennaio 2013 che ha prorogato lo stato di emergenza per la Costa Concordia. E questo - ha sottolineato Clini - è il contesto normativo nel quale vanno collocate tutte le iniziative necessarie per chiudere l'operazione Concordia con lo smantellamento e lo smaltimento del relitto nel rispetto delle leggi italiane e delle direttive europee. A questo proposito non capisco perché il prefetto Gabrielli possa sovraintendere alle operazioni che Costa Crociere sta realizzando nel grande cantiere dl Giglio per il recupero del relitto, ma non a quelle (nell'ambito dello stesso stato di emergenza) che l'Autorità Portuale deve realizzare a Piombino».
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- «Oggi - ha concluso il ministro - la Regione Toscana è la migliore garanzia per evitare che l'esito della Concordia sia guidato da interessi speculativi: gli interessi di chi spera di non pagare il costo dello smaltimento, di chi aspetta il relitto sulle spiagge dei Paesi extraeuropei dove le regole per la protezione dell'ambiente e quelle per la sicurezza dei lavoratori sono un “optional”, o di chi si improvvisa smantellatore e recuperatore di relitti. Per queste ragioni la delibera del Consiglio dei ministri è stata adottata d'intesa con la Regione Toscana: che peraltro ha per legge la competenza di autorizzare l'eventuale trasferimento del relitto/rifiuto in un sito extra UE».
- Da parte sua, in una nota Costa Crociere ha inteso specificare che la decisione relativa alla scelta delle modalità di trasporto e la definizione del sito che dovrà accogliere il relitto della nave Concordia per le attività di smaltimento e riciclo, «sarà presa nel pieno rispetto delle leggi e delle norme applicabili, in stretto coordinamento e accordo con le autorità all'uopo delegate». «Uno studio approfondito per selezionare la soluzione più appropriata - ha proseguito la compagnia crocieristica - è condiviso costantemente con le autorità preposte. Ogni decisione verrà presa in accordo con le autorità delegate, e terrà in particolare considerazione la sicurezza del trasporto del relitto e la protezione dell'ambiente».
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