- Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del nuovo governo italiano, che ha prestato giuramento domenica scorsa al Quirinale, è guidato da Maurizio Lupi del Popolo della Libertà che ieri, incontrando i capi dipartimento e i direttori generali del suo dicastero, ha evidenziato come «il ministero abbia riacquistato una sua identità autonoma dopo l'accorpamento con quello dello Sviluppo, dettato da una sospensione della politica dalla quale siamo usciti».
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- Il neo ministro Lupi è affiancato dal viceministro Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno ed esponente del Partito Democratico, che ha sottolineato la gravosità del lavoro che li attende: «le competenze del ministero delle Infrastrutture e Trasporti - ha ricordato - sono sterminate, dalle ferrovie alle autostrade, dal sistema portuale a quello del trasporto pubblico. C'è un campo sterminato di attività rispetto a cui bisogna fare delle scelte impegnative».
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- I nuovi sottosegretari alle Infrastrutture e Trasporti sono Erasmo D'Angelis, presidente di Publiacqua, la società che gestisce il servizio idrico in quattro province della Toscana, e Rocco Girlanda, rappresentante del Popolo della Libertà.
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- Queste nomine hanno suscitato soddisfazione in alcuni e disappunto in altri. Tra questi ultimi c'è l'associazione degli spedizionieri genovesi Spediporto, che ha rimarcato come vi fosse «grande attesa e speranza sulle nomine riguardanti il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, a partire dal suo vertice apicale per scendere su vice ministri e sottosegretari, legate al fatto che finalmente, assunta l'importanza strategica del settore marittimo e della logistica per il futuro del Paese, il governo Letta mostrasse la volontà di un forte cambio di direzione, orientando le proprie decisioni sulla base delle competenze specifiche in un settore complesso e difficile come quello dei trasporti. Le nomine - ha denunciato l'associazione - hanno però deluso le aspettative, non per una questione legata alla scelta di una persona anziché di un'altra, ma piuttosto per le specifiche competenze, background e curriculum individuali».
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- L'opinione di
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- Può risultare indefinibile, indecifrabile o fin troppo comprensibile questa presa di posizione di Spediporto. Si può evidenziare che è inusuale e irrituale. Per taluni può risultare pertinente, per altri inopportuna o addirittura sconveniente. Quello che non si può negare è che è tardiva.
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- L'associazione degli spedizionieri genovesi si lamenta perché le nomine ai vertici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non soddisfano le sue attese, come se il nuovo governo Letta definito “politico” avesse dovuto rispondere a queste istanze già disattese dal precedente governo “tecnico” di Monti nonché da molti altri esecutivi di varia definizione e caratura.
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- La denuncia - evidentemente nuova e tardiva - è stata presentata a pochi giorni dall'ingresso in Parlamento di Roberta Oliaro, fresca past president di Spediporto e neo deputata di Scelta Civita per l'Italia. L'associazione genovese ha ritenuto necessario precisare che il proprio disappunto non è «per una questione legata alla scelta di una persona anziché di un'altra».
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- Spediporto non ha mai avanzato una critica così severa in occasione di un'innumerevole serie di contestabili nomine a livello istituzionale nazionale, regionale o locale. Si dice: meglio tardi che mai. Forse ora, però, è davvero troppo tardi. L'economia italiana rischia di non sopravvivere all'estate.
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- Bruno Bellio
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- «Amarezza e delusione - ha spiegato il neo presidente di Spediporto, Maurizio Fasce - sono i sentimenti che caratterizzano l'umore degli spedizionieri genovesi, ma forse più in generale quelli dell'utenza portuale. Sarebbe interessante capire e sapere cosa ne pensano i miei colleghi delle altre associazioni e lo stesso presidente Merlo (Autorità Portuale di Genova, ndr) nella sua veste di presidente di Assoporti».
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- Spediporto ha precisato che «la nomina di Enrico Letta a presidente del Consiglio aveva fatto sperare gli operatori del settore, in forza delle affermazioni che lo stesso Letta aveva fatto con riferimento ai trasporti ed alla logistica in sede di campagna elettorale. In quel contesto - ha specificato l'associazione - il suo giudizio era parso orientato alla necessità di dare forza al settore, con scelte votate a premiare competenze e a rilanciare l'economia del mare attraverso un forte sostegno da parte del governo. Attese che al momento paiono tradite dalla scelta operata per comporre il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Una scelta caduta su personalità certamente validissime, ma con poca cultura legata al settore dei trasporti e della logistica. Cosa che invece sarebbe servita molto».
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- Il presidente di Spediporto ha precisato inoltre come il suo «non sia un giudizio sulle persone, certamente capaci e competenti negli ambiti in cui hanno maturato le rispettive esperienze, ma sul fatto che ancora una volta in Italia si sia dato più ascolto a logiche di tipo politico che non alle competenze ed esperienze specifiche».
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- Spediporto ha portato ad esempio quanto accade in altre nazioni: «in Germania - ha osservato Maurizio Fasce - la Federal Ministry of Transport è condotta da Peter Ramsauer, classe 1954, dal 2009 ministro dei Trasporti dopo una esperienza nell'amministrazione statale e nel Bundestag. Suo braccio destro e sottosegretario ai trasporti è Andreas Scheuer, classe 1974!, dal 2005 (ad appena 31 anni) membro della commissione trasporti del Bundestag e dal 2009 segretario di Stato al ministero dei trasporti. Dal 2010 ricopre anche la carica di coordinatore, all'interno del ministero, della commissione trasporti, logistica e spedizioni. In Olanda - ha rilevato ancora Fasce - abbiamo un ministro donna, Melani Schult Von Hoege-Moas Geesternaus, che prima di diventare ministro dei Trasporti è stato per dieci anni segretario di Stato del medesimo ministero». Il presidente degli spedizionieri genovesi ha sottolineato come «questi elementi dovrebbero farci riflettere su come l'importanza di certe scelte in altri Paesi venga affrontata guardando prima alle competenze ed all'esperienza maturata in un settore piuttosto che agli equilibri politico-partitici. Il gap economico ed infrastrutturale dell'Italia rispetto a Paesi come Germania, Francia ed Olanda - ha constatato Fasce - nasce anche da qui».
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- «Come categoria - ha concluso Fasce - non faremo comunque mancare proposte ed iniziative, anzi ci proponiamo di sviluppare all'interno di Spediporto una Commissione che si ponga l'obiettivo di stimolare attivamente il governo ed il Parlamento ad entrare sui temi della logistica, con il senso critico di un operatore, per comprenderne appieno potenzialità e criticità. La speranza è anche quella che i nostri parlamentari liguri vorranno sostenere questa nostra attività, dandoci spazio e modo di spiegare le nostre iniziative all'interno delle commissioni parlamentari».
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- Le parole di Fasce hanno raccolto il plauso di Roberta Oliaro, neodeputata ed ex presidente di Spediporto: «le riflessioni avviate dall'amico, collega e presidente di Spediporto Maurizio Fasce, che ho avuto modo di leggere in anteprima - ha dichiarato - mi trovano assolutamente d'accordo. Non è una questione legata alle persone, al neo nominato ministro, al vice ministro ed ai sottosegretari, ma alla necessità che questo settore vedesse valorizzato, a livello di ruolo, l'esperienza e le competenze che tanti colleghi parlamentari, o non parlamentari, hanno maturato in anni di attività nel settore dell'economia del mare, della logistica e dei trasporti. Sebbene all'interno del ministero dei Trasporti vi siano competenze importanti e persone validissime, mi viene in mente il direttore generale dott. Caliendo, che certamente sapranno consigliare e guidare le scelte del ministro e dei suoi più stretti collaboratori - ha proseguito Roberta Oliaro - da operatrice, prima ancora che da parlamentare, dico che poteva essere il momento giusto per dimostrare che la vera valorizzazione di un settore doveva passare attraverso la più alta valorizzazione delle sue competenze presenti in parlamento, nella maggioranza di governo, ma anche fuori. Il mondo dello shipping e della logistica hanno complessità pari a quelli dell'economia, ne sono infatti una estrinsecazione specialistica. Sarebbe stato dunque lecito attendersi che, così come avviene per più blasonati ministeri, le scelte avvenissero tenuto conto delle esperienze specifiche e delle competenze acquisite nel settore. Siamo di fronte - ha affermato Roberta Oliaro - alla conferma di un declino politico della capacità rappresentativa dell'economia del mare privata, già da tempo, del suo ministero di riferimento (quello della Marina Mercantile) che ha visto progressivamente diminuire il ruolo e l'importanza di un settore che in altre parti d'Europa (vedi la Germania) è trainante per l'economia, l'occupazione e lo sviluppo».
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