- Dalle ore 9.00 di stamani, quando è iniziata la complessa e delicata operazione di raddrizzamento del relitto della Costa Concordia naufragata all'inizio dello scorso anno all'Isola del Gigio, la nuova linea di immersione tracciata trasversalmente lungo la nave da crociera dalla superficie del mare nel corso dei venti mesi in cui lo scafo è rimasto appoggiato alla scogliera ha iniziato progressivamente e costantemente a cambiare inclinazione sotto gli occhi delle centinaia di tecnici e giornalisti e dei milioni di persone che stanno seguendo sul posto o davanti al video lo svolgimento della procedura di parbuckling, cioè di ribaltamento della nave con l'ausilio del tiro di cavi di acciaio fissati alla sommità dei cassoni centrali e alle piattaforme sulle quali andrà ad appoggiare il relitto dopo il suo raddrizzamento.
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- Il capo del Dipartimento della Protezione Civile e commissario delegato per l'emergenza Concordia, Franco Gabrielli, e il responsabile del progetto per la società Micoperi, Sergio Girotto, hanno confermato che le operazioni stanno procedendo secondo quanto previsto dal progetto e che, intorno a mezzogiorno, lo scafo della nave si è disincagliato dalle rocce.
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- Per raddrizzare completamente lo scafo i cavi dovranno essere tirati di circa 21 metri, 3,5 metri per ogni ora, con un'azione costante. Una volta completata la rotazione della nave saranno verificate le condizioni del relitto e individuati gli eventuali interventi tecnici da fare, in particolare sul lato dritto (tale fiancata - ha infatti specificato Gabrielli - inizia a mostrare notevoli segni di danneggiamento). Solo dopo questa valutazione - ha precisato la Protezione Civile - sarà possibile delineare i tempi delle fasi successive di rigalleggiamento e trasporto.
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- La Protezione Civile ha reso noto che durante le operazioni è stata segnalata dalla Capitaneria di Porto un'iridescenza attorno al relitto, ma le verifiche compiute dall'Arpat - Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana l'hanno ricondotta alla fuliggine generata dalla presenza di mezzi attorno alla nave. Il Dipartimento ha ricordato che per mitigare gli effetti delle acque che usciranno dal relitto durante la rotazione è comunque operativo un piano di limitazione degli eventuali sversamenti. Tra le prime misure di tutela, il posizionamento di una doppia distesa di panne assorbenti che circonda il cantiere; in porto, inoltre, sono disponibili dei mezzi per intervenire sugli sversamenti e ridurre al minimo i tempi di contaminazione.
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- Commentando con soddisfazione l'avvio della fase di rimozione del relitto dall'Isola del Giglio ed evidenziando che, una volta completato il raddrizzamento della nave, «occorrerà portare il relitto nel porto più vicino e in sicurezza», il presidente della Regione Toscana ha rilanciato la proposta di portare la Costa Concordia nel porto di Piombino al fine del suo smantellamento: «siamo stati i primi - ha ricordato Enrico Rossi - a intuire che dovevamo attrezzarci e che il relitto non doveva finire in qualche luogo del Terzo mondo. La priorità assoluta - ha precisato - resta portarlo via dal Giglio, ma noi stiamo lavorando anche perché lo smaltimento di quello che è un rifiuto si faccia a Piombino, dove esiste anche un impianto siderurgico che potrebbe chiudere la filiera. Sono certo che i due obiettivi alla fine coincideranno». «La Regione Toscana - ha sottolineato il governatore - ha messo in campo una importante serie di investimenti per rispondere ai problemi messi in campo da questa tragedia, a partire dal potenziamento delle rete radar di sorveglianza marittima. Abbiamo chiesto poi regole certe ai ministeri interessati per la tutela dell'ambiente, ed è stato grazie al nostro lavoro se l'Europa ha deciso di emanare un regolamento, che è legge, sullo smaltimento dei relitti navali in porti sicuri. Inoltre chiediamo all'Europa di estendere il controllo satellitare per la sicurezza delle rotte e per combattere gli sversamenti in mare». «Sono anche - ha concluso Rossi - il presidente dell'Isola del Giglio. Sarò dunque contento quando sarà liberata da questo mostro. Se il relitto andrà a Piombino avremo ottenuto qualcosa in più. In ogni caso questo porto sarà pronto per tutte le attività a cui lo stiamo attrezzando. Un paese serio non si accanisce su una nave, che tra l'altro custodisce ancora i corpi di due delle vittime, ma si impegna ad attrezzarsi per una attività come quella della rottamazione che l'Europa ha regolato e che interessa centinaia di scafi all'anno. Noi lo avevamo capito per primi in modo lungimirante».
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