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Legambiente, il relitto della Costa Concordia deve essere portato in un porto vicino, non in Turchia
Il danno alla fiancata di dritta - rende noto la Protezione Civile - è di notevole entità, ma minore di quello temuto
17 settembre 2013
Legambiente ha ribadito l'opportunità che il relitto della Costa Concordia, rimesso in assetto verticale nel corso di questa notte ( del 17 settembre 2013), venga portato in un porto vicino dove effettuare il suo smantellamento ed ha manifestato invece il proprio dissenso a che la nave da crociera sia rimorchiata in un porto distante dall'Isola del Giglio, dove è naufragata, o addirittura in Turchia, come è stato più volte ipotizzato negli ultimi mesi.
Il presidente nazionale dell'associazione ambientalista, Vittorio Cogliati Dezza, ha rivolto «complimenti allo staff e ai lavoratori di Titan/Micoperi, con la Protezione Civile e l'Osservatorio per il recupero della Costa Concordia con la buona riuscita della difficile rotazione del relitto; grazie anche - ha precisato Cogliati Dezza - all'Arpat, all'Università e ai ricercatori che hanno tenuto sotto controllo fino a questo momento il rischio di inquinamento. Ora - ha aggiunto - massima attenzione va dedicata all'evidente deformazione dello scafo e al forte danno subito dalla fiancata della Costa Concordia che poggiava sugli scogli, soprattutto per la messa in opera dei nuovi cassoni proprio su quel lato della nave, in vista del complesso trasporto del relitto nel porto dove sarà effettuata la demolizione».
A tal proposito Vittorio Cogliati Dezza ha dichiarato: «ci auguriamo fortemente che la Concordia, con lo scafo così lesionato, sia condotta in un porto vicino in grado di garantire adeguatamente la sicurezza dei lavoratori e dell'ambiente e per questo respingiamo con forza l'ipotesi, tornata a circolare, di portarla fino in Turchia, dove, come dimostrano anche recenti incidenti, molti cantieri non sono adeguati alle nuove normative dell'Unione Europea».
«Siamo convinti - ha convenuto il presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza - che la scelta migliore per lo smaltimento sia quella del porto più vicino, attrezzato a questo scopo. Concordiamo quindi col presidente della Regione Rossi sull'evitare “di portare in giro per il Mediterraneo questo mostro d'acciaio con il rischio di provocare gravi danni all'ambiente marino”, e crediamo sarebbe opportuno che la vicenda della Concordia si traducesse in opportunità per il nostro Paese. Questa - per Ferruzza - potrebbe essere l'occasione per creare subito un polo attrezzato, all'avanguardia nel Mediterraneo e in linea con le misure richieste dalla recente normativa comunitaria, per rottamare le grandi navi secondo tecniche innovative rispettose dell'ambiente e della salute degli operai. In questo senso torniamo a sollecitare i ministeri dei Trasporti e dell'Industria affinché procedano velocemente ad individuare il sito di smaltimento adeguato nel nostro Paese, così da contribuire anche a cancellare la vergogna mondiale delle rottamazioni a buon mercato in India».
«La Concordia - ha concluso il presidente nazionale Cogliati Dezza - non può più essere considerata una nave, ma è ormai un enorme rifiuto, auspicabilmente galleggiante e per questo motivo riteniamo che la scelta della destinazione finale non possa essere più affidata al privato coinvolto nell'incidente. Per evitare ogni rischio è indispensabile evitare pericolose e lunghe navigazioni alla Costa Concordia per portarla nel porto attrezzato più vicino».
In merito ai danni riportati dalla fiancata di dritta e dalle altre strutture della Costa Concordia quando la nave si è appoggiata alla scogliera nei pressi dell'approdo portuale dell'Isola del Giglio, che sono al momento allo studio dei tecnici, il capo del Dipartimento della Protezione Civile e commissario delegato per l'emergenza Concordia, Franco Gabrielli, ha specificato che il danno è di notevole entità, ma minore di quello temuto. Gabrielli ha confermato che le prossime fasi del progetto prevedono che il relitto venga stabilizzato per sopportare l'inverno e che poi saranno collocati i cassoni lungo la fiancata di dritta. Seguirà la fase di rigalleggiamento della nave e le operazioni saranno concluse quando la nave lascerà l'Isola del Giglio.
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