- Il piano di privatizzazioni del governo italiano, attraverso cui si prevede di raccogliere 10-12 miliardi di euro nel corso del prossimo anno, riguarda otto società partecipate direttamente e indirettamente dallo Stato e prevede la vendita di quote non di controllo delle aziende, tranne che per SACE, la società che garantisce i crediti delle imprese per le esportazioni, e per Grandi Stazioni Spa del gruppo Ferrovie dello Stato, per le quali si prevede un controllo da parte privata. Nell'elenco, oltre a SACE e Grandi Stazioni, figurano il gruppo navalmeccanico Fincantieri, la società di gestione e controllo del traffico aereo civile ENAV, il gruppo petrolifero ENI nonché STM, holding italo-francese attiva nel settore della produzione di componenti elettronici a semiconduttori, CDP Reti, veicolo di investimento di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), e il gasdotto TAG.
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- Il programma è stato presentato ieri dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, assieme al ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, e al sottosegretario alla presidenza, Filippo Patroni Griffi, a conclusione della riunione del Consiglio dei ministri. Letta ha precisato che metà del ricavato dalla procedura di privatizzazione andrà a ridurre il debito pubblico nel 2014 e l'altra metà, dato che si tratta di operazioni che interessano Cassa Depositi e Prestiti entro il cui perimetro di consolidamento ricadono SACE, Fincantieri, CDP Reti, TAG e Grandi Stazioni, andrà a ricapitalizzazione della Cassa stessa.
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- Il ministro Saccomanni ha precisato l'entità delle quote che verranno cedute. Sul mercato andrà il 60% di SACE e di Grandi stazioni. Per Fincantieri ed ENAV saranno pari al 40% del capitale, mentre per CDP Reti sarà pari al 50% e di ENI sarà ceduto il 3% (sul 33% circa che lo Stato deterrà complessivamente per effetto della prevista operazione di buy-back deliberata dal gruppo petrolifero). Per STM e TAG non sono state ancora definite le quote da mettere sul mercato.
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