- , realizzabile - secondo il sindacato - cogliendo opportunità a cominciare da quella offerta dalla realizzazione del progetto per il porto del capoluogo ligure elaborato dall'architetto Renzo Piano nonché ottenendo che a Genova venga effettuato lo smantellamento del relitto della nave da crociera Costa Concordia.
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- Federico Pezzoli, segretario Zona Porto di Fiom Cgil, ha ricordato che a Genova le riparazioni navali danno lavoro a 1.700 addetti diretti che diventano 3.000 con l'indotto e che in porto sono presenti molte aziende private tra cui Wärtsilä, San Giorgio, Mariotti, Zincaf, Gennaro, Polipodio, Amico, GMG, La Meccanica G., La Mecc. TD, Off. Diesel, SAVI e molte altre. «I lavoratori del settore - ha sottolineato il rappresentante sindacale - hanno un patrimonio di competenze e professionalità direi unico nel panorama industriale italiano, come confermato dagli armatori e dall'imprenditoria. Certo il settore risente pesantemente della crisi che da cinque lunghi anni continua a mordere e che attanaglia l'intero apparato produttivo. Necessitano - ha rilevato Pezzoli - aree sempre maggiori, investimenti pubblici, infrastrutture, ammodernamenti ed estensione dei bacini in modo da poter accogliere le navi che sono sempre più grandi. Al riguardo, se applicato, potrebbe essere certamente d'aiuto il nuovo affresco di Renzo Piano che, riorganizzando l'area portuale di Levante, libererebbe aree molto preziose per lo sviluppo del ramo industriale del porto».
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- «È di recente attualità - ha proseguito Pezzoli - la possibilità che Genova possa accogliere la nave Costa Concordia per effettuarne la demolizione. È evidente che se l'operazione andasse a buon fine ci sarebbero notevoli benefici per i lavoratori del settore ed anche per incrementare l'occupazione.
- Genova conquisterebbe nuove prospettive di sviluppo specializzandosi, oltreché nella costruzione, trasformazione e riparazione di navi, anche nella distruzione delle stesse. Per arrivare a questo risultato siamo chiamati tutti a fare il massimo sforzo, a fare come si suol dire squadra, forze politiche, istituzioni, enti locali, Autorità Portuale, organizzazioni sindacali ed operatori economici interessati. Le ricadute occupazionali - ha concluso il rappresentante di Fiom Cgil - sarebbero notevoli e segnerebbero un'inversione di tendenza visto il lento ma inesorabile processo di deindustrializzazione dell'apparato produttivo genovese. I lavoratori del ramo industriale genovese sono come sempre pronti a raccogliere questa sfida».
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