- In Italia si discute in queste settimane del possibile accorpamento di Autorità Portuali, proposta che rientrerebbe nel piano del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, per rilanciare la portualità nazionale aumentando l'efficienza delle amministrazioni degli scali e snellendo la governance dei porti.
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- Una proposta analoga è stata avanzata negli Stati Uniti ed è incentrata sulla fusione dei due principali porti container della West Coast: Los Angeles e Long Beach, che lo scorso anno hanno movimentato rispettivamente 7,9 milioni e 6,7 milioni di teu. È un'ipotesi che anche in terra americana, come in Italia, ha subito suscitato critiche da parte delle comunità locali.
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- All'inizio del 2013 il presidente del consiglio dell'amministrazione comunale di Los Angeles, Herb Wesson, ha chiesto a Mickey Kantor, avvocato e politico che in passato ha ricoperto la carica di segretario al Commercio del governo USA, di formare la Los Angeles 2020 Commission, un organismo privato e indipendente incaricato di studiare e analizzare le modalità per assicurare a Los Angeles una crescita delle entrate fiscali e dell'occupazione. Ad un anno dall'inizio dei lavori, oggi la Commissione ha ora presentato un rapporto dal titolo “A time for action” in cui dettaglia l'esito delle proprie indagini e valutazioni.
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- Secondo la Commissione, è possibile determinare la creazione di posti di lavoro attraverso innovative misure di sviluppo economico. Tra le principali, specificatamente volta ad attuare forme di collaborazione che possano produrre più occupazione e investimenti e quindi un aumento degli introiti fiscali, c'è l'unione dei due porti californiani.
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- Lo studio evidenzia che gli scali di Los Angeles e Long Beach assieme costituiscono il quinto porto più trafficato al mondo, e il più trafficato in assoluto nell'emisfero occidentale, e sono rispettivamente il primo e il secondo per volume di traffico dei container negli Stati Uniti.
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- Secondo la Los Angeles 2020 Commission, i porti di Los Angeles e Long Beach «dovrebbero mettere a profitto i loro individuali successi in un porto congiunto al fine di migliorare la loro posizione competitiva globale». La Commissione spiega perché i due porti dovrebbero unire le loro forze: «per prima cosa - rileva lo studio - la quota delle merci della nazione movimentate dalla nostra regione è scesa di oltre cinque punti percentuali negli ultimi dieci anni. Ma non si tratta solo di perdere cinque punti di quota di mercato; si tratta di entrate fiscali e di posti di lavoro. Da solo - precisa lo studio - questo calo della quota di mercato è pari alla dimensione del quinto maggiore porto della nazione, Seattle-Tacoma, che rappresenta più di 60.000 posti di lavoro ed ha entrate per oltre 100 milioni di dollari. Dobbiamo lottare - sottolinea la Commissione - per portare quei posti di lavoro e quel gettito fiscale a Los Angeles».
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- La Los Angeles 2020 Commission evidenzia che la crescita di uno o dell'altro porto sovente avviene a scapito proprio del diretto concorrente, come in effetti è accaduto sovente negli ultimi anni. «Troppo spesso - rileva lo studio - i porti di Los Angeles e Long Beach diffondono comunicati stampa in cui vantano nuovi clienti. È necessario analizzare i dettagli per capire che questi clienti stanno passando da Los Angeles a Long Beach o viceversa e non stanno portando nuovi posti di lavoro nella regione. E con l'ampliamento in corso del Canale di Panama, il commercio marittimo sta per diventare molto più complesso e competitivo. Dovremmo essere in competizione con i porti di altre regioni, non l'uno con l'altro».
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- Lo studio sottolinea inoltre che «questo tipo di cooperazione regionale è in atto altrove. «Il terzo maggiore porto degli Stati Uniti, l'Autorità Portuale di New York e New Jersey - ricorda la Commissione - è stato formato da due Stati rivali che non sono d'accordo su molte cose, ma che comprendono il valore di cooperare per condividere un futuro migliore. Nel 2008 i porti dell'area di Vancouver hanno messo assieme proprietà e beni per costituire la Port Metro Vancouver, che ha portato significativi benefici in termini di occupazione ed economici alla regione. Nel gennaio 2014 i porti di Seattle e Tacoma, che si trovano 30 miglia di distanza l'uno dall'altro, hanno deciso di condividere le informazioni sulle operazioni, le strutture e le tariffe per aiutare Puget Sound a competere in un settore marittimo mondiale che è in trasformazione».
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- La Commissione indica anche la tipologia di unione che dovrebbe essere adottata dai due porti: «Long Beach e Los Angeles - specifica lo studio - potrebbe stipulare un Joint Powers Agreement (JPA) per dirigere le future strategie e indirizzi così come la pianificazione degli investimenti e la definizione delle tariffe. Una JPA (che negli USA è una entità formata da due o più autorità pubbliche, ndr) non deve essere interpretata come un'incorporazione del porto di Los Angeles in quello di Long Beach o viceversa. Anzi, ciò dovrebbe essere una vera collaborazione 50:50, con il consiglio di amministrazione composto da una pari rappresentanza nominata dai Comuni di Los Angeles e Long Beach. Al momento i singoli porti dovrebbero ancora sovrintendere giorno per giorno alle operazioni, ma nel tempo i porti verrebbero naturalmente legati più strettamente nelle loro attività giornaliere».
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- La prima reazione negativa alla proposta della Commissione di Los Angeles è giunta dal primo cittadino di Long Beach: «non capisco - ha commentato laconico Bob Foster - quale possa essere il beneficio». Foster ha rincarato la dose ricordando che la proposta viene da un'amministrazione, quella di LA, che in passato ha sminuito il ruolo di Long Beach in altri progetti di sviluppo economico trattandola come città di serie B.
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- Anche il presidente del consiglio di amministrazione della Port of Long Beach non ha accolto favorevolmente l'esortazione della Los Angeles 2020 Commission: secondo Doug Drummond, infatti, Long Beach non trarrebbe vantaggi da una fusione dei due porti. Drummond ha sottolineato che i due scali portuali hanno operato in maniera indipendente per oltre 100 anni ed ha affermato che sarebbe un errore marchiano abbandonare questo modello operativo.
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