- L'ipotesi di accentrare la governance di diversi porti italiani attraverso l'accorpamento di alcune Autorità Portuali, che è stata avanzata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ed è stata seguita da un'analoga proposta da parte del Partito Democratico che prevede anch'essa un coordinamento, un'integrazione o un accorpamento delle Autorità Portuali, continua a far discutere principalmente in quelle città sede degli enti portuali che rischiano di essere accorpati ad altri. In queste città, come Savona, Ancona e Salerno, si moltiplicano le critiche alla proposta del ministro che, in primo luogo, non terrebbe conto delle peculiarità dei porti non più governati da un'Autorità Portuale locale.
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- Anche Taranto potrebbe perdere la sede dell'authority portuale. Per il presidente del The International Propeller Club Port of Taras, Michele Conte, «in assoluto la riduzione del numero di porti sedi di Autorità Portuale è un'esigenza primaria e farlo oggi lo è ancora di più. Però - ha osservato - se il criterio da seguire favorirà esigenze elettoralistiche o peggio di campanile, ancora una volta sarà un'occasione persa». Conte ha rilevato che «ministro e Partito Democratico, per quanto riguarda Taranto, Bari e Brindisi, pensano al semplicistico accorpamento» e ha ricordato che «nei diversi Piani dei Trasporti della Regione Puglia si è sempre parlato di specializzare i porti per dare massima efficacia al sistema pugliese: Bari, crociere e traghetti; Brindisi passeggeri e merci varie; Taranto porto industriale e commerciale». «Se verranno accorpati sotto Bari, come sembra, senza alcun criterio o progetto operativo alla base - si è chiesto Conte - Taranto che fine farà? Si pensava a un polo di logistica industriale e commerciale con porto, retroporto e aeroporto e adesso? Per la distribuzione delle risorse e per la programmazione delle opere succederà quello che succede con Anas e con la Gestione Aeroporti di Puglia? Non è campanile - ha sottolineato il presidente del Propeller Club di Taranto - è razionalità!»
- Se Taranto rischia di perdere la sede dell'authority portuale, Messina vuole che l'ipotizzata nuova Autorità Portuale (o Distretto Logistico) della costa orientale della Sicilia, in cui verrebbero accorpati gli enti portuali di Messina, Catania ed Augusta, abbia sede nella città dello Stretto. Lo hanno sottolineato in una lettera inviata al ministro Lupi i rappresentanti dei professionisti, delle imprese e dei sindacati locali: Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Messina, Ordine degli Agronomi e Forestali della provincia di Messina, Ordine degli Ingegneri della provincia di Messina, Consulta provinciale dei Geologi di Messina, Confindustria Messina, Ance Messina, Cgil Messina, Cisl Messina, Legambiente dei Peloritani, Collegio dei Geometri, Collegio dei Periti Industriali, Fondazione Architetti nel Mediterraneo, Inarsind Messina e Asso.Ingegneri
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- Nella missiva a Lupi, che pubblichiamo di seguito, le organizzazioni professionali, imprenditoriali e sindacali messinesi hanno evidenziato infatti che «non si può non immaginare che Messina abbia tutti i requisiti utili a poter svolgere il ruolo di sede del Distretto Logistico» ed hanno rimarcato che «Messina per la sua posizione geografica strategica è vocazionalmente hub di un'armatura intermodale evoluta e competitiva». «Ciò - hanno concluso - è quanto chiediamo con forza, nell'ottica della opportunità da concedere al territorio in questione di entrare nella competizione internazionale e non della difesa di sterili rivendicazioni campanilistiche».
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- Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
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On. Maurizio Lupi
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segreteria.lupi@mit.gov.it
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- e, p.c.
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- On. Vincenzo Garofalo
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Componente Commissione Trasporti della Camera dei Deputati
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vigarofalo@gmail.com
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- Ill.mo Sig.
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Dott. Antonino De Simone
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Presidente dell'Autorità Portuale di Messina e Milazzo
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segreteria@porto.messina.it
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- Ill.mo Sig.
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Prof. Renato Accorinti
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Sindaco di Messina
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segreteriasindaco@comune.messina.it
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- A tutti gli organi di stampa
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- OGGETTO: riforma sistema portuale. Lettera aperta al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Onorevole Ministro,
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- sembra ormai essere giunto a definizione il processo di riforma organica che dovrà dare un nuovo volto alla portualità italiana; riforma per la quale sparirebbero i confini regionali e l'Italia verrebbe divisa in almeno otto distretti logistici, rappresentanti delle aree comprese nelle reti Ten-T europee e ognuno di questi otto distretti dovrebbe fare capo “ad una Autorità Portuale e Logistica di interesse Strategico (APL)”, il tutto basandosi sul principio dei “core ports”. Di fatto scomparirebbero, secondo le indiscrezioni raccolte, le autorità portuali così come previste dalla legge 84/94 ed i nuovi enti gestirebbero non solo le banchine, ma tutta la filiera logistica, non badando ai confini regionali. Il tema, stimolante, ha portato i sottoscrittori della presente a delle valutazioni che, nella misura in cui, tra l'altro, si parla anche di un imminente accorpamento delle tre Autorità Portuali della costa orientale della Sicilia (Messina, Catania ed Augusta), vorremmo evidenziarLe.
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- Il più ampio sistema portuale della Sicilia orientale si poggia:
- sul porto di Catania, quale interessante crocevia di scambi ro - ro per l'Adriatico e il Sud Europa - Nord Africa, che però non è presente nel sistema dei porti TEN-T e manca del raccordo ferroviario nel porto;
- sul porto di Augusta, il più a sud, che costituisce la potenziale piattaforma merci containers della Sicilia; Augusta è core nel sistema dei porti TEN-T ed insiste in una baia con grandi potenzialità di espansione, protetta da ampie dighe antemurali che definiscono uno specchio acqueo di notevoli proporzioni, racchiudente un terminal petrolifero, due darsene diportistiche ed un arsenale militare di assoluta importanza. Il porto possiede anche nuovi piazzali commerciali e ro-ro con viabilità dedicata di collegamento. Manca del raccordo ferroviario;
- sul sistema portuale Messina - Milazzo, il più a nord dei tre, che è costituito da cinque porti (Messina - rada S. Francesco, porto storico, approdo di Tremestieri) (Milazzo - porto storico e impianti petroliferi, gli impianti industriali nella zona di Giammoro in cui si evidenzia il costruendo pontile, quale ulteriore elemento di eccellenza e potenzialità). Le caratteristiche di questo sistema portuale sono note: da una parte l'ubicazione di Messina nell'Area dello Stretto quale porta del Mediterraneo da e per l'Africa, l'Asia e l'Europa, dall'altra Milazzo nel suo ruolo di cerniera con le isole Eolie e come interfaccia (con Giammoro) del porto di Gioia Tauro. Il porto di Messina rappresenta il primo porto italiano per numero di passeggeri (rilevazione Eurostat - 9 milioni), il primo porto siciliano e il più importante nodo intermodale dell'area dello stretto, il primo porto siciliano per numero di approdi e numero di crocieristi (500.000), il primo porto per volumi complessivi in Sicilia di merci solide e liquide (rispettivamente 6 e 16 milioni di tonnellate), il primo porto per mezzi commerciali traghettati (800.000). Altro punto di forza del porto di Messina è la presenza dei raccordi ferroviari che rendono presente, e potenzialmente amplificabile, un'offerta di multi modalità di trasporto treno - gomma - nave che, nell'ottica della mobilità sostenibile della rete Ten-T, costituisce elemento imprescindibile ed irrinunciabile, in relazione alla sua posizione strategica nell'ambito dell'intero sistema portuale italiano.
Non è infatti immaginabile prescindere dal nodo Messina, per garantire efficacia ed efficienza al famigerato corridoio Helsinky - La Valletta, che si avventura attraverso Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Taranto, Gioia Tauro e Palermo. La linea ro - ro Messina - Salerno è tutt'oggi una delle più efficienti autostrade del mare in Italia, resa possibile dalla posizione migliore di Messina rispetto agli altri porti siciliani. Messina - Milazzo è comprensive nel sistema dei porti Ten-T ed è sede di importanti presidi della Marina Militare.
- Le valutazioni che, alla luce delle analisi sopra sintetizzate, si propongono come ulteriore elemento di riflessione ed approfondimento non possono prescindere dallo scenario di Area Vasta, previsto anche dall'attuazione della Città Metropolitana, che dovrà garantire un livello di sviluppo adeguato ad inserire tutto lo spazio compreso nella Città Metropolitana nel contesto delle aree avanzate dello spazio Euro Mediterraneo. Si ritiene strategica, in questo contesto, l'integrazione delle due aree metropolitane di Messina e Reggio Calabria, in nome del principio di continuità territoriale costituzionalmente garantito. Tale scenario esprime enormi potenzialità sotto il profilo economico, sociale, culturale, ambientale e paesaggistico.
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- La parola chiave per il futuro di questa area è crescita economica unita alla sostenibilità ambientale. Pur riconoscendo che un ruolo decisivo alla ripresa del sistema economico locale deriva dalla capacità del governo nazionale di intervenire per ridurre le diseconomie esterne dei territori del Mezzogiorno, di diminuire il carico fiscale, che grava sulle imprese e sul lavoro, di potenziare infrastrutture materiali ed immateriali, di contrarre la spesa pubblica improduttiva, si deve prendere coscienza che la partita non dipende soltanto dalle politiche del governo nazionale.
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- Non si può immaginare che l'imput al processo di innovazione e cambiamento debba essere dato solo dalle istituzioni centrali. La partita dipende anche da tutti gli attori del territorio, dalla loro capacità di fare sistema, di valorizzare le risorse locali, di creare condizioni positive e di vantaggio che incentivano l'attrazione di nuovi investimenti e, quindi, la possibilità di creare opportunità di lavoro. E' necessario mostrare, nei fatti, una sensibilità maggiore verso l'interesse generale, recuperare il senso civico dell'appartenenza, l'orgoglio della loro identità; la capacità di parlare all'unisono, manifestata dai soggetti sottoscrittori della presente nota, può rappresentare l'emblema di un territorio che sente l'esigenza, non più procrastinabile, di porre in essere le ragioni del cambiamento atteso.
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- Occorre, ancora, segnare un'inversione di tendenza nella promozione di una nuova visione strategica di sistema, che sia coerente con la posizione geografica baricentrica nel contesto del Mediterraneo e con le nuove linee di indirizzo dell'Unione Europea, che considera le città metropolitane elemento chiave per competere nel mondo globalizzato. Punto focale in questa prospettiva di sviluppo è anche, come detto, l'aggregazione delle due città metropolitane di Messina e di Reggio Calabria: aggregazione strategica, necessaria, si direbbe quasi naturale.
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- Un'area in grado di generare economie di scala e vantaggi economici che consentiranno al nuovo sistema di competere con altre città metropolitane europee che si affacciano sul Mediterraneo,per l'attrazione di investimenti e per la capacità di innovazione, condizioni indispensabili per intercettare flussi di beni e servizi che transitano nel Mediterraneo da e verso l'Europa.
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- In questo nuovo spazio europeo sarà possibile valorizzare le ampie e qualificate risorse sottoutilizzate, il patrimonio ambientale e culturale, sviluppare nuove attività nei settori della logistica, della cantieristica, nel settore del turismo. L'area metropolitana dello Stretto in cui dovranno avere un ruolo attivo non solo le città di Messina e Reggio ma anche il loro vasto e articolato hinterland, rappresenta un bene comune, da qualificare come elemento di eccellenza per uno sviluppo sostenibile, capace di valorizzare il genius loci dell'area integrata dello Stretto che affonda le proprie radici nel Mito e che negli ultimi decenni è rimasto, purtroppo, sommerso.
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- Consapevoli che Messina e Reggio Calabria sono state forti quando sono state tra loro integrate mentre sono state deboli quando si sono ignorate, si ritiene sia giunto il momento di impegnarsi direttamente per sostenere la realizzazione dell'Area Metropolitana dello Stretto, con l'integrazione delle due città metropolitane, che costituisce la chiave di volta per il futuro sviluppo del nostro territorio, riaffermando così il ruolo che Messina merita di avere nel panorama regionale, nazionale ed europeo.
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- Bisogna adoperarsi per porre, come è avvenuto per altri ben più importanti e significativi processi di integrazione, la prima pietra nella costruzione di questo ambizioso, ma realizzabile, ed esaltante progetto di coesione politica e territoriale dell'Area Metropolitana dello Stretto.
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- Si impone un'integrazione articolata plurimodale di tutti i servizi di trasporto che, per essere gestita efficacemente, implica la creazione di Autorità capace di coordinare e pianificare le scelte settoriali. L'integrazione si rende necessaria per tentare di giocare un ruolo importante e non più rinviabile come parte strategica di una piattaforma logistica più ampia che deve legare indissolubilmente la Sicilia e la Calabria, aperta ai flussi di beni che transitano per il mediterraneo con destinazione Europa e il Nord America.
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- Le nuove APL dovranno riuscire a gestire e promuovere la logistica integrata e attivare strumenti finanziari per la realizzazione delle infrastrutture necessarie, attraverso l'adozione di un Piano Integrato Logistico (PIL) per il proprio distretto, che dovrà comprendere anche gli obiettivi di traffico, la definizione del livello dei servizi da erogare, gli interventi infrastrutturali da compiersi, le infrastrutture di collegamento tra i porti e le aree retro portuali nell'ambito dei sistemi logistici doganali integrati.
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- In quest'ottica e rispetto ai ragionamenti fin qui sviluppati, non si può non immaginare che Messina abbia tutti i requisiti utili a poter svolgere il ruolo di sede del Distretto Logistico. Ruolo essenziale e strategico sia rispetto ad un'ipotesi sempre forte e da non sottovalutare a priori, ma da approfondire in modo opportuno, legata a quanto sopra evidenziato e quindi alla creazione di un Distretto Logistico “Sistema dei due Mari”, riferito particolarmente all'Area omogenea dello Stretto, sia rispetto all'ipotesi di creazione di un Distretto Logistico che dovrebbe nascere dall'accorpamento delle Autorità Portuali di Messina, Catania ed Augusta, che comunque, in una logica strategica di “Area Vasta”, di fatto proietta Messina anche nell'Area dello Stretto.
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- Ciò, ancor più naturalmente, in relazione alla interregionalità dei sistemi “core ports”.
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- Messina per la sua posizione geografica strategica è vocazionalmente hub di un'armatura intermodale evoluta e competitiva.
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- Ciò è quanto chiediamo con forza, nell'ottica della opportunità da concedere al territorio in questione di entrare nella competizione internazionale e non della difesa di sterili rivendicazioni campanilistiche.
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- Si è sicuri che la Sua propensione al dialogo non lascerà questo Appello privo di risposta e, se avesse la possibilità di inserire nella Sua agenda un incontro con la Città di Messina, quale luogo strategico di integrazione territoriale, si sarà pronti ad incontrarLa ed a dimostrarLe la fondatezza del ragionamento proposto alla Sua attenzione.
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- Messina,
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- Distinti saluti.
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- Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Messina
- Ordine degli Agronomi e Forestali della provincia di Messina
- Ordine degli Ingegneri della provincia di Messina
- Consulta provinciale dei Geologi di Messina
- Confindustria Messina
- Ance Messina
- Cgil Messina
- Cisl Messina
- Legambiente dei Peloritani
- Collegio dei Geometri della provincia di Messina
- Collegio dei Periti Industriali della provincia di Messina
- Fondazione Architetti nel Mediterraneo
- Inarsind Messina
- Asso.Ingegneri
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