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Divampa la polemica per il possibile finanziamento pubblico alla nuova autostrada Brebemi
M5S, è un'opera totalmente inutile. CNA-Fita, la missione di salvataggio compiuta dal ministro ci lascia costernati
15 dicembre 2014
«La Brebemi è uno straordinario esempio di successo». Con questa frase, pronunciata lo scorso luglio intervenendo all'inaugurazione della nuova autostrada A35 Brebemi che collega Brescia a Milano, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, aveva evidentemente fatto un bilancio dell'esito del progetto di costruzione della nuova arteria autostradale avviato nel 1996. Se, per Maroni, il progetto ha avuto una buona riuscita, altrettanto forse non si può dire per ciò che è avvenuto dopo il taglio del nastro. In questi ultimi giorni è infatti divampata una polemica per la possibile erogazione di un finanziamento pubblico alla nuovissima Brebemi che sarebbe necessario per coprire i maggiori costi determinati dagli espropri e i mancati ricavi causati dallo scarso volume di traffico.
«Si sono incontrati al ministero e nel silenzio generale hanno stabilito di dover finanziare la Brebemi, un'opera totalmente inutile, con soldi nostri». Lo hanno denunciato sabato i deputati del Movimento 5 Stelle della Commissione Trasporti e Infrastrutture della Camera: «questo - hanno accusato - è il governo Renzi: è caduta - hanno spiegato - anche un'altra promessa, quella del project financing per l'autostrada Brescia-Bergamo-Milano». Secondo i deputati del M5S, in base ad un accordo stipulato con il governatore lombardo Roberto Maroni, «il finanziamento, pari a circa 300 milioni, sarà versato in gran parte dal governo e in una percentuale dalla Regione Lombardia». «Sulle sei corsie della Brebemi, è bene ricordarlo - hanno evidenziato i deputati - ci sono circa 20mila passaggi giornalieri a fronte dei 40mila previsti in fase di progetto e ai 60mila da raggiungere a regime. E a causa dei calcoli errati e dei mancati introiti del pedaggio - hanno rilevato - a rimetterci saranno tutti gli italiani». Ricordando che il Movimento 5 Stelle aveva presentato un'interrogazione parlamentare firmata dai deputati Iannuzzi, Petraroli e De Lorenzis per chiedere conferma di una defiscalizzazione da 497 milioni di euro e un contributo da 80 milioni di euro, i parlamentari del M5S hanno constatato che questa interrogazione «è stata superata dalla realtà. E, come sempre - hanno concluso - pagheremo tutti noi».
Tra le tante denunce al possibile finanziamento pubblico alla società autostradale c'è anche quella dell'associazione sindacale dell'autotrasporto CNA-Fita: «mentre in Italia le imprese che si occupano del trasporto pubblico locale del trasporto merci sono in ginocchio a causa anche d'imposte che crescono giorno dopo giorno e continui tagli - ha sottolineato CNA-Fita - il ministro Lupi regala altri 270 milioni di euro ai concessionari, questa volta per la Bre.Be.Mi., l'autostrada che collega Brescia a Milano. Una missione di salvataggio compiuta dal ministro che ci lascia costernati». CNA-Fita ha ribadito quanto già detto in più occasioni circa «il perverso meccanismo che, al Ministero dei Trasporti, consente continui finanziamenti a pioggia per i concessionari autostradali senza nessuna garanzia e soprattutto senza possibilità di controllo e condizionamento da parte dello Stato». «Se il governo continuerà a coprire simili approcci - ha affermato Cinzia Franchini, presidente nazionale della CNA-Fita - è chiaro che non sarà minimamente in grado di rilanciare i trasporti che da anni sono soffocati da questi meccanismi. È incredibile - ha aggiunto - che Lupi tagli risorse economiche dove servirebbero nuove misure di sostegno per le imprese italiane che operano nel trasporto merci come nel trasporto pubblico locale e, contestualmente, continui nell'assecondare quegli imprenditori, come Gavio e soci, proprietari della Bre.Be.Mi. che fanno del rischio d' impresa una vera e propria barzelletta a carico del contribuente. È il fallimento del project financing per l'autostrada Brescia-Bergamo-Milano dove l'impegno era quello di costruire l'autostrada senza soldi dello Stato. Con queste premesse - ha concluso la Franchini - l'autotrasporto non potrà tollerare ulteriori tagli alle risorse economiche, già quasi dimezzate, su capitoli di spesa vitali per la sopravvivenza delle nostre aziende, come il rimborso delle accise sul carburante e le spese non documentate. Di sicuro dopo questa ulteriore dimostrazione d' incapacità a sciogliere i veri nodi che spingono l'economia del Paese nelle difficoltà di sempre, nessuno, se accadrà, potrà rimproverare all'autotrasporto di essersi fermato a protestare per la propria sopravvivenza».
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