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L'Antitrust stabilisce che non esiste alcun cartello in materia tariffaria per i servizi marittimi nello Stretto di Messina
L'AGCM delibera che sono venuti meno i motivi di intervento nei confronti di Caronte & Tourist, RFI, Bluferries, Meridiano Lines, Ustica Lines, Terminal Tremestieri e Consorzio Metromare dello Stretto
30 dicembre 2014
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha stabilito che «in base alle informazioni disponibili sono venuti meno i motivi di intervento nei confronti delle società Caronte & Tourist (C&T), Rete Ferroviaria Italiana (RFI), Bluferries, Meridiano Lines, Ustica Lines, Terminal Tremestieri e Consorzio Metromare dello Stretto in relazione all'intesa contestata in violazione dell'articolo 2 della legge n. 287/90 o dell'articolo 101 del TFUE». La decisione di avviare il procedimento istruttorio nei confronti delle sette società per verificare l'esistenza di un'intesa unica e complessa tra gli operatori attivi nel mercato del trasporto marittimo di merci, autovetture e passeggeri nello Stretto di Messina, volta alla concertazione sui prezzi e alla ripartizione del mercato, era stata assunta il 26 giugno 2013.
Per l'ipotesi di ripartizione del mercato, gli accertamenti istruttori si sono soffermati in particolare sull'impresa comune Terminal Tremestieri (Terminal TT), società consortile partecipata da C&T, Bluferries e Meridiano ciascuna con una quota pari al 33,3% che è stata costituita il 20 ottobre 2015 e che gestisce in concessione l'omonimo terminal portuale costruito nel 2006 e dedicato al traffico pesante di mezzi commerciali nello Stretto di Messina. Gli accertamenti erano tesi ad appurare il ruolo di Terminal TT nell'indurre il sottoutilizzo del porto di Tremestieri a beneficio degli altri porti cittadini da cui partono rotte più brevi e quindi, a parità di prezzo, più convenienti per i vettori.
In merito agli accertamenti su una presunta concertazione tra le parti in materia tariffaria - ha spiegato l'Autorità Antitrust - dalla documentazione raccolta nel corso del procedimento «non emergono elementi sufficienti a confermare l'esistenza dell'ipotesi di concertazione avanzata nel procedimento di avvio. Al di là dei contatti tra i vettori, riconducibili alla gestione congiunta del porto di Tremestieri - ha precisato l'AGCM - non sono emersi infatti elementi aggiuntivi sufficienti a comprovare l'esistenza di una concertazione anticompetitiva tra imprese concorrenti e, al contempo, le condotte poste in essere dalle parti sono suscettibili di una spiegazione alternativa alla concertazione posto che, anche alla luce delle caratteristiche strutturali del mercato - come descritte nella parte in fatto - tali condotte possono essere interpretate anche come frutto di autonome scelte individuali. Quanto all'ipotesi di ripartizione del mercato, posta in essere anche attraverso un uso strategico del porto di Tremestieri da parte dell'omonima impresa comune, dagli accertamenti condotti è emerso che il contesto in cui hanno operato finora i vettori riflette la strutturale incapacità del nuovo porto di Tremestieri, nella sua attuale configurazione, ad accogliere l'intero traffico merci dello Stretto, come originariamente previsto al momento della sua apertura, nel 2006».
Concludendo che «le informazioni acquisite nel corso dell'istruttoria non sono sufficienti a confermare l'ipotesi di violazione della normativa posta a tutela della concorrenza delineata nel provvedimento di avvio dell'istruttoria nel mercato del trasporto marittimo nello Stretto di Messina», e dunque per imputare condotte restrittive alle sette società, l'AGCM ha deliberato che in base alle informazioni disponibili sono venuti meno i motivi di intervento nei loro confronti.
Commentando la delibera dell'Antitrust, la compagnia Caronte & Tourist ha evidenziato come l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato abbia concluso l'istruttoria senza infliggere sanzioni e “assolvendo” le compagnie di navigazione che operano stabilmente nello Stretto di Messina dall'accusa di aver costituito un cartello teso a omogeneizzare i prezzi dei biglietti e a blindare il mercato di riferimento dall'accesso di ulteriori competitors. Gli amministratori delegati di Caronte & Tourist, Antonino Repaci e Vincenzo Franza, hanno sottolineato come il provvedimento finale dell'Autorità accolga le argomentazioni proposte dalla società. In particolare - hanno specificato - nelle valutazioni conclusive si riconosce che non vi è stata alcuna concertazione in materia tariffaria, atteso che «le condotte delle parti possono essere interpretate come frutto di autonome scelte individuali» e che, in ogni caso, non sono emersi elementi volti a comprovare l'esistenza di una concertazione anticompetitiva; inoltre non è stata posta in essere alcuna concertazione in ordine alla ripartizione del mercato mediante un uso strategico dell'approdo di Tremestieri. È chiaro dunque, secondo l'AGCM - hanno rilevato - che la sottoutilizzazione di Tremestieri, nei periodi di chiusura parziale, non è imputabile alle società di navigazione.
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