- Possono essere riavviate le procedure di dragaggio dei fondali nel porto di Taranto. Ieri, infatti, il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva proposta dal raggruppamento temporaneo di imprese costituito da Grandi Lavori Fincosit (mandataria), Jan De Nul, Grl Cave, Conglomerati contro l'Autorità Portuale di Taranto e nei confronti del gruppo Astaldi per la riforma di un'ordinanza cautelare del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia sull'affidamento della progettazione esecutiva e della realizzazione degli interventi per il dragaggio di sedimenti dell'area del Molo Polisettoriale dello scalo portuale pugliese, opere aggiudicate lo scorso novembre tramite gara alla Astaldi, con la RTI guidata da Fincosit seconda in graduatoria ( del 28 novembre 2015).
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- Nell'ordinanza il Consiglio di Stato rileva tra l'altro che «trattandosi di opera strategica opera il disposto di cui all'art. 125 del codice del processo amministrativo (“in sede di pronuncia del provvedimento cautelare, si tiene conto delle probabili conseguenze del provvedimento stesso per tutti gli interessi che possono essere lesi, nonché del preminente interesse nazionale alla sollecita realizzazione dell'opera, e, ai fini dell'accoglimento della domanda cautelare, si valuta anche a irreparabilità del pregiudizio per il ricorrente, il cui interesse va comunque comparato con quello del soggetto aggiudicatore alla celere prosecuzione delle procedure.”) e che la priorità assoluta ivi espressa si indirizza verso la sollecita definizione dell'opera, essendo l'interesse speculare del ricorrente (oggi appellante) restaurabile patrimonialmente».
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