Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
18:23 GMT+1
Fiom Cgil, «enormi» le distanze fra le posizioni di Fincantieri e le richieste delle organizzazioni sindacali
Bucchioni (Confindustria La Spezia): «è incomprensibile come una parte del sindacato strumentalizzi qualsiasi iniziativa proposta dall'azienda»
10 marzo 2015
Fincantieri e sindacati non hanno ancora trovato un punto di convergenza sulle politiche industriali e i programmi produttivi del gruppo navalmeccanico italiano. Anzi, a conclusione dell'incontro tenuto ieri a Roma tra Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Fincantieri, la Federazione Impiegati Operai Metallurgici della Cgil ha definito «enormi» le distanze che esistono fra le posizioni dell'azienda e le richieste delle organizzazioni sindacali.
«Distanze - ha spiegato Bruno Papignani, coordinatore nazionale Fiom-Cgil per Fincantieri - che si erano già registrate nei precedenti incontri sui temi degli orari, della sicurezza e degli appalti, oggi aggravati a causa dell'intenzione dell'azienda di dare corso ad una graduale esternalizzazione delle attività di scafo, della non chiarezza circa il futuro societario dell'Isotta Fraschini e della conferma che la meccanica di Riva Trigoso potrebbe diventare una controllata».
«Pur annunciando il rientro di alcune attività prevalentemente di progettazione - ha precisato Papignani - non vi è, allo stato, sufficiente chiarezza circa la distribuzione dei carichi di lavoro nei singoli cantieri relativi alle future commesse. Nei prossimi incontri, previsti per il 12 e il 16 marzo prossimi - ha aggiunto - verranno affrontati i temi della formazione e dei salari, oltre ad approfondire alcuni dei temi già trattati. Auspichiamo che in quelle sedi l'azienda rinunci alle proprie pretese e decida finalmente di confrontarsi sulle nostre richieste».
Papignani ha concluso annunciando che «la Fiom ritiene a questo punto necessario che entro la giornata di venerdì 13 marzo si svolgano assemblee in tutti i cantieri e le sedi, per informare i lavoratori e decidere con loro quali comportamenti assumere circa l'andamento del confronto».
A difesa della posizione dell'azienda si è schierato il presidente di Confindustria La Spezia, Giorgio Bucchioni, specificando che l'associazione degli industriali spezzini «guarda con preoccupazione e considera sbagliato e frutto di una cultura garantista largamente inattuale le contestazioni dei programmi di innovazione nei processi produttivi necessari per aumentare la produttività e razionalizzare i costi. Siamo di fronte - ha rilevato - a scelte organizzative e non a riduzioni, licenziamenti, chiusure!»
Bucchioni si è soffermato in particolare sulla societarizzazione della Direzione Sistemi e Componenti di Fincantieri, che ha sedi a Riva Trigoso e Bari, evidenziando che «vi sono state levate di scudo preventive da parte delle organizzazioni sindacali e dei politici locali, tese a difendere lo status quo». «Fincantieri, durante gli incontri sulla piattaforma di secondo livello - ha osservato il presidente di Confindustria La Spezia - ha sempre spiegato e ribadito che qualsiasi iniziativa venisse intrapresa sarà finalizzata a consolidare e sviluppare il business, anche attraverso ulteriori acquisizioni o partnership, con positive ricadute occupazionali nei territori. La logica dell'immobilismo - ha sottolineato - non porta a nulla e anzi un'azienda che non rinnova è destinata a scomparire».
Circa la piattaforma contrattuale di secondo livello, Bucchioni ha affermato che «la piattaforma presentata dall'azienda punta a logiche di razionalizzazione ed efficienza, utili a raggiungere maggiori volumi di vendita dei prodotti in mercati sempre più competitivi, in modo da poter garantire la piena saturazione degli attuali siti produttivi in Italia, nonostante i problemi infrastrutturali di alcuni di questi non siano in questi anni stati risolti (Sestri, Castellamare, Palermo). È incomprensibile - ha proseguito il presidente di Confindustria La Spezia - come una parte del sindacato strumentalizzi qualsiasi iniziativa proposta dall'azienda al solo scopo di costruire dissenso tra i lavoratori, contrastando tutte le azioni tese invece allo sviluppo dell'azienda e quindi a beneficio dei lavoratori stessi. Esempio concreto possono essere il miglioramento della prestazione individuale, attraverso l'utilizzo di orari flessibili già comunque previsti dalla contrattazione collettiva, e l'utilizzo di strumenti informatici e nuove tecnologie per migliorare la sicurezza dei lavoratori».
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore