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UCINA, il settore della nautica mostra segnali di ripresa
Convegno a Livorno sulle ricadute del comparto sul territorio
28 aprile 2015
UCINA Confindustria Nautica ha annunciato di aver rilevato segnali di ripresa per il settore della nautica. I primi dati disponibili della nuova edizione della “Nautica in Cifre”, lavoro di ricerca sull'andamento del mercato e della cantieristica italiana per il diporto - ha spiegato l'associazione - sono positivi. Il fatturato 2014 dell'industria nautica si attesta a 2,5 miliardi di euro, con una crescita del 2,1% rispetto al 2013. La migliore performance è registrata dal settore degli accessori, che segnano un segno positivo del 3,1%. Migliora anche l'occupazione con la crescita di un punto percentuale. Il trend - ha precisato UCINA - è confermato dai dati del leasing nautico forniti da Assilea, che dichiarano una crescita del 15,4% nel 2014 rispetto all'anno precedente e un incremento del 30% nel primo trimestre dell'anno in corso.
«La produzione nautica - ha chiarito Stefano Pagani Isnardi dell'Ufficio Studi di UCINA - mostra segnali di ripresa, per il momento interamente determinati dall'export. La cantieristica, settore trainante della produzione, nel 2014 ha segnato un incremento del 1,9% rispetto al 2013. La crescita del settore deriva dall'aumento del 2,7% delle esportazioni, mentre il mercato nazionale (produzione italiana vendute in Italia più le importazioni) è sceso del 6,2%». UCINA ha specificato che la quota di produzione di unità da diporto destinate ai mercati stranieri rimane stabile sui valori record dell'anno precedente, il 93%. Il sottocomparto degli accessori e componenti registra un aumento del 3,1% nel 2014 rispetto al 2013. La crescita, considerata la stabilità della produzione italiana (+0,2%) - ha rilevato l'associazione - è ascrivibile interamente alle importazioni, che salgono del 13,3%.
Positivi, inoltre, i dati leasing diffusi da Assilea: nei primi 90 giorni del 2015 sono raddoppiate sia il numero delle nuove stipule, sia il valore delle somme erogate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (che per le unità nuove vale circa il 15% di crescita sull'equivalente periodo del 2014) ed è questo - ha osservato UCINA - il segnale che indica una ripresa del mercato interno, non leggibile nei dati relativi all'anno scorso. Da segnalare anche che nel periodo gennaio-marzo è cresciuto in maniera significativa il numero di leasing su unità usate, che hanno superato il 50% del totale dei nuovi contratti, dovuto allo smaltimento dello stock rinveniente da contratti incagliati, accumulato negli anni della crisi.
Per quanto riguarda i mercati esteri - ha reso noto inoltre UCINA - si continua a registrare una frammentazione molto marcata. Gli USA già nel 2013 avevano dato segnali di ripresa che sono pienamente confermati. Ciò compensa in parte il rallentamento di Cina, Brasile e Russia, tutti in frenata, sia pure per ragioni diverse. Nella UE la situazione è eterogenea. Segnali positivi si registrano in Spagna e Gran Bretagna, meno marcati in Francia, dove, durante la crisi, la contrazione della domanda non è stata così forte.
Quelli relativi alla nautica italiana, ha osservato il presidente di UCINA, Carla Demaria, «sono dati confortanti che arrivano dopo anni molto difficili e durante il primo trimestre del 2015 sono in ulteriore miglioramento. Riprendiamo fiducia nel futuro e - ha proseguito Demaria - l'associazione vuole rinnovarsi per rispondere meglio alle nuove esigenze del mercato e dei suoi associati. Per questo motivo in tempi straordinariamente ridotti sottoporremo al voto dell'assemblea le modifiche allo statuto della nostra associazione, in piena attuazione della riforma di Confindustria. Saremo più efficaci e al tempo stesso sarà garantita la massima rappresentatività di tutta la filiera nautica».
Intanto a Livorno si è valutato l'impatto generato dalla nautica sul territorio nel corso di un convegno organizzato stamani al Villaggio Tuttovela dall'Autorità Portuale di Livorno e, in particolare, dalla direzione Promozione e Studi che da tempo, con il progetto di apertura del porto alla città Porto Aperto, promuove iniziative su un tema delicato come quello dell'occupazione giovanile in ambito portuale. «Si tratta - ha spiegato in apertura il dirigente dell'Autorità Portuale livornese, Gabriele Gargiulo - di una giornata di lavoro che come Port Authority abbiamo voluto dedicare alle attività di yachting e refitting. Il settore è conosciuto da pochi, ma riveste una importanza strategica per la città».
Un'importanza che il direttore di Lusben, Paolo Simoncini, ha provato a quantificare, fornendo dati e numeri: «dal 2009 - ha ricordato - siamo presenti a Livorno come brand di Azimut Benetti e ci occupiamo di attività non soltanto collegate alla cantieristica, ma anche al customer care, ovvero all'accoglienza di quelle decine di equipaggi che lavorano a bordo di una imbarcazione e che nel tempo libero, quando la nave è in riparazione da noi, vorrebbero poter spendere quello che guadagnano». Si tratta - ha sottolineato il comandante Luca Mosca, dell'Associazione Yacht Master, nata per promuovere i comandanti italiani nel mondo - di spese non di modesta entità: «il personale degli yacht - ha precisato - ha una capacità di spesa enorme. Lo stipendio minimo mensile di un membro dell'equipaggio si aggira attorno ai 2.500 euro al mese, fino ad arrivare ai 10mila euro mensili per le figure apicali. Il budget di un equipaggio va da un minimo di 600mila euro sino ad un milione di euro. Si tratta per lo più di personale straniero che spende volentieri per il proprio benessere».
Nel corso dell'incontro si è discusso anche delle modalità per rendere Livorno più accogliente e ricettiva nei confronti delle attività nautiche. «Considerando che ogni inverno accogliamo per attività di manutenzione ordinaria o straordinaria una quarantina di imbarcazioni di dimensioni anche superiori ai 50 metri - ha affermato il direttore di Lusben, Simoncini - non ho difficoltà a dire che annualmente sostano in città, per circa 5-6 mesi, ben 600 persone. Ma a Livorno mancano strutture dedite all'accoglienza di questi equipaggi». «In questo momento - ha ricordato Daniele Ferrari dell'Agenzia Marittima Yacht Management and Consulting - fuori da qui, alla banchina 76 dell'avamporto è attraccata la Maryah, un giga yacht da 122 metri che dà attualmente lavoro a 45 persone. Le potenzialità di Livorno sono enormi, qui potremmo replicare il modello imprenditoriale che ha fatto il successo della Costa Azzurra».
Secondo i relatori presenti al convegno, la città dei Quattro Mori ha di fatto tutte le carte in regola per diventare meta del cruising estivo di mega e giga yacht: una posizione geografica invidiabile, spazi unici dedicati alle attività di refit e repair, la vicinanza alle città d'arte, alle zone eno-gastronomiche del Chianti e all'Aeroporto di Pisa sono punti di forza di Livorno. Ma perché il futuro sia veramente roseo è necessario che la città implementi le proprie strutture ricettive. Alla fine è stato questo il messaggio che i relatori del workshop hanno indirizzato direttamente all'amministrazione pubblica. «A mio giudizio - è stata la riflessione del presidente dell'Autorità Portuale di Livorno, Giuliano Gallanti - enti pubblici e soggetti privati devono cominciare a lavorare in sinergia e a dialogare veramente. Le attività di refitting svolte dalla Lusben creano un indotto che non può essere sottovalutato. Livorno deve tornare ad acquisire un ruolo strategico. La carenza di ospitalità va colmata rapidamente».
Un'idea è stata lanciata dalla stessa authority portuale per voce del dirigente Gabriele Gargiulo: «vorrei usare questo workshop - ha annunciato - per fare una proposta: come Autorità Portuale siamo disponibili ad aprire un tavolo di lavoro con il Comune di Livorno e la Lusben, al fine di esaminare e risolvere le criticità che ancora oggi impediscono a questo settore di svilupparsi pienamente. Non perdiamo altro tempo - ha concluso - la città ha bisogno di risposte».
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