- L'impatto sull'economia delle attività crocieristiche operate nel porto di Civitavecchia è pari a 401,9 milioni di euro, di cui 51,3 milioni derivanti dalla spesa delle compagnie marittime, dei crocieristi e degli equipaggi sulle attività marittimo-portuali e sui tour operator locali, 222,9 milioni derivanti dalle spese per attività di ristorazione, di trasporto, di intrattenimento e acquisti vari (abbigliamento, parcheggio, alloggio) dei croceristi (213,0 milioni) e dei membri degli equipaggi (9 milioni) nell'area del Lazio e 27,7 milioni prodotti dagli effetti indiretti e indotti delle attività relative ai servizi marittimo-portuali. L'effetto occupazionale strettamente riconducibile a tali attività è pari a 1.731 addetti, ovvero a circa il 25% degli occupati in ambito portuale, di cui 601 addetti alle attività marittimo portuali e dei tour operator di Civitavecchia e 1.130 occupati indirettamente ad essi legati attraverso il meccanismo di forniture e di indotto.
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- Lo sottolinea lo studio ‘‘L'analisi dell'impatto socio-economico delle attività crocieristiche del porto di Civitavecchia” che è stato commissionato dall'Autorità Portuale di Civitavecchia Fiumicino e Gaeta al CERTeT (Centro di Economia Regionale, dei Trasporti e del Turismo) dell'Università Bocconi e presentato ieri dal fondatore del centro, Lanfranco Senn, e dal direttore Oliviero Baccelli.
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- Il porto di Civitavecchia detiene una quota pari al 9% del mercato crocieristico del Mediterraneo e al 21% di quello italiano. Negli ultimi anni lo scalo ha registrato in media oltre 800 toccate di navi da crociera di oltre 40 compagnie all'anno e ha mostrato una crescita senza paragoni nel Mediterraneo con 1.158.245 milioni di passeggeri in più nell'arco di nove anni (+118% in termini percentuali dal 2005) fino a raggiungere quota 2,1 milioni di crocieristi del 2014 e con una stima di crescita ulteriore del +9,6% nel 2015.
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- Dei crocieristi, il 34% si imbarca/sbarca a Civitavecchia (home port), il 66% sono in transito e di questi il 90% scende dalla nave per una escursione. Il 33% sono membri dell'equipaggio: di questi il 31% è in transito, il 25% dei quali scende dalla nave per una escursione. Dei crocieristi, poi, il 50% raggiunge Roma, mentre il 37% si ferma a Civitavecchia dove prevale, di fatto, il ‘‘fai da te'' (il 13% raggiunge altre città del Lazio).
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- Lo studio evidenzia che le 832 toccate nave e gli oltre 2,1 milioni di passeggeri del 2014 fanno di Civitavecchia il porto leader del Mediterraneo, soprattutto se si considera che Barcellona, nei suoi calcoli, conta anche gli equipaggi. «Per prendere decisioni consapevoli - hanno rilevato Senn e Baccelli - è fondamentale conoscere numeri e stakeholders. Nessun altro porto nel Mediterraneo ha svolto una indagine così dettagliata. Dietro al settore delle crociere c'è comunque un'economia importante».
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- Nel 2014 a Civitavecchia la spesa media per crocierista è stata di 78 euro e la spesa diretta media dei passeggeri e dell'equipaggio di ciascuna nave attraccata è stata pari a 268.000 euro. Nel 2014 tali spese hanno generato un impatto economico di 223 milioni di euro, di cui 36,9 milioni su Civitavecchia, 176,8 milioni su Roma e 9,2 milioni sul resto del Lazio.
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- «Quella che si produce in porto - ha sottolineato il presidente dell'Autorità Portuale, Pasqualino Monti - è una ricchezza straordinaria. I numeri sono importanti, ma da qui si deve partire per lavorare insieme, programmare e creare servizi necessari». «Civitavecchia - ha aggiunto Monti - ha un'importante occasione da cogliere: c'è un mercato ancora in fase di crescita da aggredire in termini di servizi».
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