- La palla è nelle mani di Taranto Container Terminal (TCT), la società partecipata dai gruppi Hutchison Port Holdings (HPH), Evergreen Marine Corporation e Maneschi che gestisce il container terminal del porto di Taranto, banchina in profonda crisi che è stata declassata da potenziale primario hub di transhipment del Mediterraneo a scalo al di fuori delle rotte delle flotte delle compagnie del settore di linea che non vi fanno più approdare portacontainer oceaniche e nemmeno navi feeder. Una drammatica situazione di difficoltà che coinvolge i 540 lavoratori del terminal, che da qualche giorno hanno assistito allo scadere del periodo di cassa integrazione.
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- Ieri a Palazzo Chigi si è svolta una nuova riunione sullo stato di crisi del terminal contenitori al quale hanno partecipato per il governo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, e la sottosegretaria al Lavoro, Teresa Bellanova, i rappresentanti delle istituzioni locali di Taranto, con alla testa il sindaco Ippazio Stefàno e il presidente dell'Autorità Portuale, Sergio Prete, e i delegati delle organizzazioni sindacali di categoria nazionali e territoriali.
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- La palla è in mano a TCT perché, conclusa la riunione, è stato fatto sapere che, in sostanza, la società dovrà comunicare le sue intenzioni: ovvero se rispettare i termini dell'accordo siglato tre settimane fa ( dell'11 maggio 2015) oppure se decidere per l'abbandono del terminal. Nell'incontro di ieri il governo ha ribadito «la strategicità del porto di Taranto e del suo terminal», scalo - ha evidenziato l'esecutivo - che «rappresenta una priorità per il Paese e per l'Europa, nel quadro del cosiddetto Corridoio Nord-Sud». Il governo, richiamando TCT «al massimo senso di responsabilità», ha ribadito «il proprio impegno ad operare per mantenere aperte le prospettive produttive e occupazionali del terminal e tutelare al meglio i 540 lavoratori interessati dalla vertenza».
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- Ma, al di là delle intenzioni, la situazione è di fatto congelata ancora per alcuni giorni, quelli concessi a TCT per decidere dove indirizzare la palla e riferirlo ai rappresentanti del governo, delle istituzioni di Taranto e dei sindacati in un nuovo incontro che dovrebbe svolgersi il prossimo 17 giugno.
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