- In soli sei mesi le prospettive del settore mondiale del trasporto marittimo dei container sembrano essere mutate radicalmente passando da una stima, auspicabilmente ottimistica, di utili fino ad otto miliardi di dollari nell'esercizio annuale 2015 ad una previsione, si spera eccessivamente negativa, che indica, nella migliore delle ipotesi, il raggiungimento del punto di pareggio. Le due rilevazioni previsionali ad inizio 2015 e ad oggi sono della società di consulenza londinese Drewry, secondo cui il comparto è minacciato da «una miscela tossica di sovracapacità, debolezza della domanda e politiche tariffarie aggressive» che sta ponendo a rischio la capacità del settore del trasporto marittimo di linea di produrre utili.
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- L'ultima previsione della società inglese, secondo la quale questo segmento dello shipping potrà ritenersi fortunato se complessivamente alla fine di quest'anno raggiungerà il punto di break even, evidenzia che questo nuovo scenario significa che entro la fine del 2015 il conto economico di alcune compagnie di navigazione registrerà risultati di segno negativo.
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- Secondo Drewry, «l'unico modo per le compagnie di affrontare questa situazione è di agire con azioni molto più radicali per affrontare la sovracapacità che attualmente ha un impatto negativo su quasi tutte le principali rotte marittime». La società ha rilevato che «nonostante il margine operativo dell'8% del settore nel primo trimestre, la riduzione dei costi determinata dal calo dei prezzi del petrolio è stata trasferita dai vettori ai caricatori sotto forma di noli molto più bassi e in futuro - secondo Drewry - le compagnie di navigazione lotteranno per continuare a ridurre i costi unitari in linea con la prevista erosione dei noli, data la stabilizzazione dei costi del bunker». In particolare, Drewry ritiene che quest'anno la media globale dei noli registrerà una repentina flessione, con un trend che non si verificava dal 2011 quando il calo dei ricavi unitari del settore aveva raggiunto anche il -10%.
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- Per Neil Dekker, responsabile della Drewry per il segmento del trasporto marittimo containerizzato, «si sta iniziando a perdere il controllo dell'orderbook, dato che da gennaio è stata aggiunta ulteriore capacità per 1,4 milioni di teu». Secondo Dekker, la strategia delle compagnie di navigazione incentrata su ordini di navi di grande capacità sta iniziando a fallire e praticamente tutte le flotte impiegate sulle principali rotte marittime mondiali sono afflitte da problemi derivanti da un eccesso di capacità. Dekker ha osservato che il settore sta entrando in una nuova era dominata dalle grandi navi e che le compagnie dovranno adeguarsi ad un utilizzo della capacità pari all'80-85% piuttosto che del 90% o superiore: «non possono continuare ad aggiungere capacità - ha sottolineato - e aspettarsi che non ci sia alcun impatto sostanziale sui ricavi unitari».
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- Tuttavia l'opinione della Drewry non sembra affatto condivisa, almeno sino ad oggi, dalle più importanti compagnie armatoriali del settore del trasporto di linea che continuano ad ordinare ai cantieri navali la costruzione di una serie impressionante di portacontainer di grande e grandissima capacità destinate ad essere impiegate sulle principali rotte intercontinentali, ma anche nuove navi di capacità relativamente minore da impiegare in traffici minori e su linee feeder.
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