- La Corte dei Conti, richiamando - come ormai avviene da anni - «l'attenzione del ministero vigilante sulla necessità che la posizione dell'Autorità Portuale di Manfredonia venga al più presto definita» e «ribadendo le notazioni critiche già formulate nei precedenti referti», ha bocciato la decisione di porre l'ente portuale sotto gestione commissariale, guida - ha specificato l'organo di controllo e di vigilanza - che «non sembra rispondere agli scopi per cui sono state istituite le Autorità Portuali».
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- La Corte, nella relazione sul controllo sulla gestione finanziaria dell'ente portuale pugliese presentata nei giorni scorsi, ha ricordato che l'Autorità Portuale di Manfredonia è stata istituita dalla legge Finanziaria 2004 ed è stata successivamente soppressa con decreto del Presidente della Repubblica del 12 ottobre 2007 per carenza dei necessari requisiti di traffico previsti dalla legge 84 del 1994; a seguito di ricorso, il provvedimento di soppressione è stato dapprima sospeso in via cautelare, con conseguente cessazione del commissario liquidatore già nominato in data 22 ottobre 2007 e reintegro del commissario e del commissario aggiunto, a far data dal 21 gennaio 2008 e, successivamente è stato annullato con sentenza del TAR Lazio in data 13 dicembre 2011, confermata anche in sede di appello dal Consiglio di Stato nel 2014.
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- «L'ente - ha rilevato la Corte - non è dotato degli organi di amministrazione previsti dalla legge 84/1994 (presidente, Comitato portuale, segretariato generale), pur disponendo dell'organo di controllo, costituito dal Collegio dei revisori dei conti. È inoltre sprovvisto di pianta organica e di personale proprio, avvalendosi per lo svolgimento dell'attività di istituto di collaboratori esterni».
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- La Corte ha osservato che «l'Autorità non è ancora dotata di un Piano Regolatore Portuale, né ha ottenuto il richiesto allargamento della circoscrizione territoriale» e che «il volume di traffico resta, nel quadriennio esaminato, come già nel triennio precedente, largamente al di sotto del limite minimo stabilito dalla legge n. 84 del 1994 (tre milioni di tonnellate annue al netto del 90% delle rinfuse liquide o 200.000 Twenty Feet Equivalent - TEU) per la costituzione e il mantenimento delle Autorità Portuali».
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- A tal proposito la Corte ha sottolineato che «il traffico delle merci segna un progressivo decremento nel quadriennio in esame. Il totale delle merci movimentate passa da 925.059 tonnellate del 2009 a 677.804 tonnellate del 2013, con un decremento del 27%, imputabile ad entrambe le categorie di merci. L'Autorità Portuale - si legge nel documento - fa presente in proposito che il Bacino Alti-fondali, deputato all'ormeggio delle navi mercantili, necessita di interventi di manutenzione straordinaria, di cui al progetto presentato al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per un importo di circa 60 milioni di euro. Sono in corso incontri con il Comune di Manfredonia e la Regione Puglia finalizzati a reperire risorse finanziarie per i detti interventi». Inoltre la relazione precisa che «nel quadriennio 2010-2013, come già nel 2009, è stato assente il movimento passeggeri e containers».
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- La Corte ha specificato inoltre che «le entrate per canoni demaniali mostrano un incremento degli accertamenti nel quadriennio, passando dai 255.694 euro del 2010 ai 407.911 euro del 2013, evidenziando peraltro una progressiva diminuzione degli importi riscossi che passano dal 96,9% sugli accertamenti di entrata per canoni del 2010 al 19,1% del 2013».
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- La Corte ha anche evidenziato che «l'Autorità Portuale non ha avviato le procedure di gara in tempo utile per garantire la continuità del servizio di raccolta rifiuti dalla navi e di pulizia degli specchi acquei e del servizio di portierato ai fini della security; il collegio dei revisori ha rilevato la non coerenza della proroga con i principi generali desumibili dalla normativa vigente ed ha invitato l'ente ad avviare con urgenza le procedure di gara».
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- Infine, «per ciò che concerne i dati strettamente contabili, i risultati finanziari mostrano un andamento decrescente nel quadriennio, fortemente influenzato dai saldi negativi delle poste in conto capitale, che determinano nel 2012 un disavanzo di euro 11.678.799. L'esercizio 2013 si chiude con un avanzo di euro 12.281, a fronte dei 10.052.412 euro del 2009. L'avanzo di amministrazione si attesta sui trenta milioni di euro nel biennio 2010-2011, sostanzialmente stabile rispetto al 2009, mentre nel biennio 2012-2013 mostra un notevole decremento ed ammonta a circa 18,5 milioni di euro. Il risultato economico, di segno positivo ad eccezione del 2011, mostra un andamento decrescente nel quadriennio, fino a raggiungere nel 2013, in cui ammonta ad euro 43.326, una riduzione del 44% rispetto al 2009. Il patrimonio netto, ad eccezione del 2011, risulta in crescita per effetto degli avanzi economici e passa dai 382.900 euro del 2009 ai 529.129 euro del 2013».
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