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Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti soddisfatti dell'incontro al Mit sul nuovo Piano della Portualità e della Logistica
Rixi (Regione Liguria): è indispensabile procedere alla creazione di un nuovo modello di governance dei porti
29 luglio 2015
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno definito positivo l'esito dell'incontro odierno a Roma con i vertici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti incentrato sul nuovo Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica in via di definizione.
«C'è - hanno rilevato le segreterie nazionali dei tre sindacati - disponibilità a proseguire il confronto man mano che l'iter della riforma va avanti, iter che si concluderà entro i prossimi mesi. Gli atti fondamentali immediati riguardano la governance, le concessioni e la sicurezza, oltre alle urgenti misure per superare le problematiche legate allo sportello unico dei controlli alle merci e ai dragaggi. Per quanto riguarda il lavoro, il Mit si è detto disponibile ad affrontare la materia dell'organizzazione complessiva, ma ha specificato che non ci sono né urgenze né criticità rilevanti: il settore funziona ma è migliorabile».
«Rispetto al tema delle problematiche relative alle applicazioni contrattuali dei dipendenti delle Autorità Portuali - hanno specificato Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - il Ministero si è assunto l'impegno di approfondire la questione e cercare urgentemente una soluzione. Abbiamo infine sottolineato l'esigenza di dare coerenza all'insieme delle decisioni da assumere avendo molta attenzione ai temi del lavoro, della sicurezza e della formazione».
Un nuovo incontro è in programma a settembre.
Intanto la Regione Liguria ha presentato un documento che specifica la posizione dell'ente in merito Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica. «Abbiamo sottolineato - ha spiegato l'assessore regionale ai Porti e Logistica, Edoardo Rixi - le nostre perplessità perché, allo stato attuale, non ci sembra che metta a disposizione gli strumenti necessari per superare la dimensione locale dei mercati di riferimento del sistema portuale italiano, consentendo a quei porti geograficamente adatti alla competizione internazionale, come l'arco ligure e Trieste, di traguardare i mercati contendibili. Il mantenimento di un quadro normativo identico per i porti a vocazione regionale e per quelli a potenziale vocazione internazionale - ha rilevato Rixi - ne è la palese dimostrazione. In sintesi il Piano sembra essere migliorativo per la competizione tra i porti nazionali, ma non ne migliora la complessiva competitività sul fronte internazionale».
«La previsione di utilizzare il Piano quale “architrave della politica di coesione e della crescita del Mezzogiorno” - ha osservato inoltre l'assessore - mal si combina con la necessità che il sistema logistico sia al servizio dei distretti industriali del Paese che vedono concentrato in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia e Toscana oltre l'80% della propria capacità manifatturiera».
«È indispensabile - ha concluso Rixi - procedere alla creazione di un nuovo modello di governance attraverso un più ampio e approfondito confronto con gli stakeholders. Occorre coinvolgere di più gli operatori: un Piano strategico non riguarda solo il piano istituzionale ma anche e soprattutto il mercato».
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