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La norvegese Solstad Offshore mette in disarmo 10 navi e taglia 300 posti di lavoro
Le misure sono state decise a causa del deterioramento del mercato. Attuata una riduzione del valore patrimoniale di quattro navi
25 agosto 2015
La norvegese Solstad Offshore, che opera circa 50 navi a servizio dell'industria del petrolio, del gas e delle energie rinnovabili, ha annunciato la decisione di porre in disarmo circa un quinto della flotta dopo aver recentemente già posto fuori servizio alcune unità.
Presentando i risultati economici conseguiti nel secondo trimestre e nel primo trimestre di quest'anno la compagnia norvegese ha tracciato un quadro sconfortante del mercato in cui opera: «il mercato spot nel Mare del Nord per le Platform Supply Vessel (PSV) e le Anchor Handling Vessel (AHTS) - ha rilevato Solstad Offshore - è caratterizzato da eccesso di capacità e circa 50 navi di queste tipologie è attualmente in disarmo. Nel segmento delle Construction Service Vessel (CSV) - ha precisato la compagnia - l'attività è stata superiore sia nel Mare del Nord che in tutto il mondo. Le prospettive generali del mercato sono ancora deboli e non sono cambiate durante l'estate. Inoltre il basso prezzo del petrolio, le incertezze in Brasile e le sanzioni tra UE/USA e la Russia non sono cambiate in meglio per il mercato». Secondo Solstad Offshore, «il mercato continuerà ad essere debole nella restante parte dell'anno ed anche nel 2016» e pertanto la compagnia ha reso noto di aver deciso «il disarmo di altre dieci navi, principalmente PSV e AHTS, entro la fine del 2015. Ciò - ha precisato la compagnia - ridurrà la forza lavoro di circa 300 unità».
Inoltre Solstad Offshore ha reso noto che, a causa del previsto deterioramento del mercato, ha deciso una riduzione del valore patrimoniale di quattro navi per un totale di 125 milioni di corone norvegesi (13,2 milioni di euro).
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