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Monti (Assoporti): no ad uno sterile e improduttivo dibattito sul numero delle Autorità Portuali
Le priorità - secondo l'associazione - sono un'effettiva autonomia funzionale e finanziaria degli enti, il controllo delle risorse generate, la capacità di investimento e l'autonomia delle scelte
16 dicembre 2015
Lo scorso 17 novembre la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 29, comma 1, del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, il cosiddetto decreto Sblocca Italia, nella parte in cui non prevede che il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica sia adottato in sede di Conferenza Stato-Regioni. Secondo l'Associazione dei Porti Italiani (Assoporti), tale sentenza della Corte Costituzionale «impone una riflessione su modi e tempi per proseguire nel processo di riforma e per un confronto, in tempi rapidi, sui contenuti di provvedimenti attuativi di quel Piano, che effettivamente corrispondano alle esigenze di adeguamento del sistema dei porti nazionali. Innanzitutto definendo compiti e funzioni delle Autorità Portuali e la loro natura giuridica».
A tal proposito il consiglio direttivo dell'associazione delle Autorità Portuali italiane, riunitosi ieri a Roma, ha sottolineato che Assoporti vuole proporsi «ancora una volta come primo interlocutore, insieme alle rappresentanze imprenditoriali e dei lavoratori, del governo e delle Regioni, per una rapida ed efficace trasformazione degli attuali enti in soggetti effettivamente promotori e facilitatori di sviluppo».
«I porti - ha sottolineato Assoporti - sono nodi essenziali della rete logistica. Operano in un contesto competitivo e concorrenziale e vogliono poter operare secondo questi principi, in analogia ai più avanzati modelli europei».
«In concreto - ha spiegato il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti - intendiamo portare il confronto fuori da uno sterile e improduttivo dibattito sul numero degli enti. Piuttosto reclamiamo centralità su argomenti quali un'effettiva autonomia funzionale e finanziaria; il controllo delle risorse generate; la capacità di investimento; l'autonomia delle scelte, pur in un disegno di coerente politica nazionale per favorire l'aumento della competitività del sistema e dell'intero paese. In parallelo - ha concluso Monti - deve essere completato un quadro di regole che semplifichino processi e procedure, così da rendere più veloce ed efficace la realizzazione delle opere e lo sviluppo della portualità e della logistica».
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