- La Commissione Europea ha avviato un'indagine approfondita per appurare se la riduzione dell'importo di somme dovute da due società terminaliste all'Autorità Portuale di Anversa abbia dato ai due operatori portuali un vantaggio sleale rispetto ai loro concorrenti, in violazione delle norme comunitarie in materia di aiuti di Stato.
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- L'indagine, avviata a seguito della denuncia presentata da una società concorrente, riguarda la società PSA Antwerp NV di intera proprietà del gruppo terminalista PSA International di Singapore e la società Antwerp Gateway NV che è partecipata al 42,5% dal gruppo terminalista DP World di Dubai, al 20% dal gruppo armatoriale israeliano Zim, al 20% dalla società terminalista cinese COSCO Pacific, al 10% dal gruppo armatoriale francese CMA CGM e al 7,5% dalla società portuale e intermodale tedesca Duisport.
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- La Commissione UE ha ricordato che i contratti di concessione attraverso cui PSA Antwerp e Antwerp Gateway operano due container terminal nell'area portuale Deurganck Dock di Anversa prevedono che le due società terminaliste debbano movimentare annualmente un volume minimo di traffico dei container. Bruxelles ha spiegato che tra il 2009 e il 2012 le due aziende non hanno raggiunto questo livello minimo di traffico e, in base agli accordi contrattuali, avrebbero dovuto pagare un indennizzo all'Autorità Portuale di Anversa. Invece di percepire tali somme, nel marzo 2013 l'authority portuale belga ha abbassato, con effetto retroattivo, il livello minimo di traffico richiesto e di conseguenza l'importo dell'indennizzo che PSA Antwerp e Antwerp Gateway avrebbero dovuto versare all'Autorità Portuale si è ridotto di circa l'80%.
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- I contratto di concessione con PSA Antwerp e con Antwerp Gateway, che hanno una durata di 42 anni, ovvero fino al 2046, sono stati sottoscritti dall'Autorità Portuale nel 2014.
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- Spiegando che l'indagine è tesa a stabilire se un investitore privato avrebbe accettato di ridurre l'indennizzo, la Commissione Europea ha precisato che se tale diminuzione non è stata attuata a condizioni di mercato potrebbe costituire un aiuto di Stato ai sensi delle norme comunitarie e, in tal caso, la Commissione dovrebbe verificare se tali aiuti possono essere autorizzati in base alle regole che consentono agli Stati UE di concedere aiuti di Stato per rispondere a determinati obiettivi di interesse pubblico.
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